Per la prima volta nella storia, 21 robot hanno partecipato a una mezza maratona accanto agli atleti in carne e ossa. È successo a Pechino questa mattina.
Se l’idea di robot che sfidano gli umani in una corsa su strada evoca immagini inquietanti di supremazia androide, non temete: almeno per ora. Nessuno dei 21 robot bipedi che hanno gareggiato questa mattina nella mezza maratona di Pechino – sebbene tecnologicamente impressionanti – è riuscito a superare le performances umane.
Alla gara hanno partecipato squadre di diverse aziende e università. Una sorta di vetrina tecnologica per la Cina, che sta cercando di recuperare terreno rispetto agli Stati Uniti nel settore della robotica.
La competizione si è svolta questa mattina nella località di Yizhuang, nella capitale cinese, sulla canonica distanza di 21 chilometri. Il percorso includeva salite, curve e terreno accidentato. Alcuni robot sono arrivati fino al traguardo, uno è caduto poco dopo la partenza. Come un vero umano in preda ai crampi, è rimasto steso a terra per qualche minuto. Poi si è rialzato e ha ripreso a correre.

Il robot vincitore della mezza maratona di Pechino
In passato la Cina aveva già schierato al nastro di partenza di altre gare atleti androidi. Ma questa è stata la prima volta che i robot hanno corso in una gara così lunga sfidando runner umani. Il robot vincitore è stato Tiangong Ultra, che già aveva trionfato a una mezza maratona per soli robot organizzata nello scorso novembre. Tiangong Ultra ha completato la corsa in 2 ore e 40 minuti. Un tempo rispettabile, pari a quello degli umani più lenti (il vincitore ha tagliato il traguardo in 1 ora e 2 minuti).
Tang Jian, creatore del robot vincitore presso il Bejing Innovation Center of Human Robotics, ha dichiarato che la buona prestazione è stata il frutto delle lunghe gambe di cui sono dotati i suoi automi e di un algoritmo che li aiuta a imitare il modo in cui corrono gli umani.
Con un’altezza di 1,80 metri e un peso di 52 chilogrammi, Tiangong Ultra era il robot più alto in gara. Dotato di una velocità media di 10 chilometri orari e di velocità massima di corsa di 12 km/h, questo androide è in grado di superare pendii e scale, e di allungare la sua falcata su erba, ghiaia, sabbia e altri terreni irregolari.
Il robot più piccolo in gara è invece stato Little Giant del Politecnico di Pechino, alto appena 75 centimetri. Ma le sue caviglie sono dotate di motori articolati a 180 gradi e i suoi piedi hanno suole in gomma per affrontare superfici impervie.
La robotica nuova frontiera della sfida tecnologica
Disponibili in una varietà di forme e dimensioni, i robot negli ultimi mesi in Cina si sono esibiti in corse in bicicletta, calci rotanti e salti mortali. I loro video hanno fatto il giro del web, spesso amplificati dai media statali come un potenziale motore chiave per la crescita economica. In un documento programmatico del 2023, il Ministero dell’Industria e dell’Informazione cinese aveva non a caso identificato l’industria della robotica umanoide come la “nuova frontiera nella competizione tecnologica”.
Mentre la tecnologia fa progressi da gigante e crescono le preoccupazioni sul futuro dell’umanità, almeno in campo atletico i robot ci fanno stare abbastanza tranquilli. La gara di questa mattina ha dimostrato che gli esseri umani al momento corrono più veloci. I robot sono stati messi a confronto con 12.000 concorrenti in carne e ossa, e li hanno sfidati correndo lungo una corsia recintata.
Proprio come gli atleti umani, i robot hanno dovuto rifornirsi d’acqua, e in più hanno dovuto sostituire le batterie durante la gara. Le aziende che hanno fatto scendere in campo i runner androidi potevano anche sostituirli in caso di malfunzionamento. Ma con una penalità di 10 minuti.

“Non voglio vantarmi, ma credo che nessun’altra azienda di robotica in Occidente abbia eguagliato i risultati sportivi di Tiangong”, ha dichiarato Tang Jian all’agenzia di stampa Reuters, aggiungendo che il robot ha cambiato batteria solo tre volte durante la gara. Tiangong Ultra aveva anche bisogno di un aiutante che gli corresse accanto, tenendogli le mani dietro la schiena per prevenire possibili cadute. Del resto la maggior parte dei robot ha richiesto questo tipo di supporto. Alcuni hanno corso legati a una specie di guinzaglio. Altri erano guidati da un telecomando.
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