Molti scelgono l’estate per pianificare un bel viaggio coast to coast negli Stati Uniti. Forse mai nessuno, però, ha pensato di percorrere i 5.000 km che separano Los Angeles da New York di corsa. Nessuno tranne Alex Bellini, che non è nuovo alle sfide estreme e questa volta ha deciso di misurasi con una traversata degli Usa in 70 tappe, per un totale di 70 giorni e di 74 km al giorno. “Run Across America” il nome dell’impresa, che è partita ufficialmente il 19 giugno e di cui si possono seguire tutti gli sviluppi su www.alexbellini.it, il sito dove lo sportivo riporta per i fan sensazioni e curiosità, tappa per tappa.
Ma chi è questo impavido amante dell’avventura a tutti i costi? Come si legge nella sua biografia, Alex è nato in Valtellina nel 1978. Lo sport, in tutte le sue forme, è sempre stato un punto fisso nella sua vita. Lo sci è stato la prima attività sportiva a cui si è dedicato, la prima di un lunghissima serie. Nel 1999 ha partecipato alle selezioni nazionali del Camel Trophy di Tonga e dal 2000 al 2001 ha corso le prime maratone tra cui la New York City Marathon e la Marathon des Sables, 280 km nel deserto marocchino.
Nel 2002 e nel 2003 ha preso parte all’Alaska Ultrasport: una corsa a piedi, in autosufficienza, dove i partecipanti trainano una slitta con tutto il necessario per sopravvivere.
Poi è stata la volta degli oceani: nel 2005 Bellini si è guadagnato il titolo di primo uomo ad attraversare in solitaria a remi il mare Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, percorrendo 6000 miglia da Genova a Fortaleza (Brasile) in 226 giorni, su una barca di 7,5 metri.
Il 21 febbraio 2008, con la stessa imbarcazione, Alex si è buttato a capofitto in un’altra impresa, la traversata del Pacifico: partito da Lima (Perù), dopo 18.000 km di navigazione e 294 giorni in mare aperto, da solo, è approdato in Australia, segnando un nuovo record.
Oggi Alex Bellini é speaker motivazionale e pilota di mongolfiere. E naturalmente ha sempre voglia di mettersi alla prova. In attesa di conoscere l’esito di “Run Across America”, non ci resta che tifare per lui, sicuri che presto ci stupirà ancora con un’altra sfida, degna di un vero “Braveheart”.
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