Durante il periodo estivo sono in tanti quelli che organizzano una gara con lo scopo principale di promuovere un marchio qualsiasi o raccogliere fondi per qualche causa benefica e di solito la componente agonistica e la qualità generale sono abbastanza basse.
È con la curiosità di scoprire se questa Run for T (12 Km agonistici o 6 Km non competitivi) fosse diversa, che mi sono messo in pantaloncini e maglietta sociale dopo una caldissima giornata di lavoro. La qualità del pacco gara – ricco come quello di una maratona – faceva ben sperare. La location – ritrovo, spogliatoi, deposito borse dentro la Triennale – e percorso che non si allontanava dal parco Sempione erano altrettanti incentivi alla partecipazione, non fosse altro che per provare una volta a gareggiare sui vialetti dove di solito mi alleno.
È stato bello vedere la Triennale presa d’assalto da tanti altri patiti e provocare lo straniamento dei visitatori “normali”. Forse non trascendentale, ma comunque significativa l’opera d’arte realizzata apposta da Marina Kaminski utilizzando alcune delle scarpe donate in beneficenza dai partecipanti nell’ambito dell’evento.
Dopo la presentazione dei pacer (sì, c’erano anche i pacer!) tutti sulla linea di partenza guidati dal bravo speaker Gianni Mauri, e incoraggiati (o scoraggiati, dipende dai punti di vista) dalla presenza dell’impareggiabile e grandissimo Giorgio Calcaterra, che ha parlato sul palco prima di partire e poi naturalmente staccare tutti.

Il percorso sfilava all’interno del parco e sull’anello esterno ciclabile per 3 giri di 4 Km (anche se in realtà erano un po’ meno a guardare il gps). Nonostante la preoccupazione per il caldo torrido tipico delle serate estive milanesi e qualche sovrapposizione di troppo fra chi correva la 12 Km e chi (molto più lentamente) la 6 Km, la gara non ha deluso.
Il luogo molto famigliare, il Castello, l’Arco della Pace, gli alberi secolari, l’Arena rappresentano sempre una delle ambientazioni migliori dove correre in città. 350 circa gli arrivati, il che ha permesso dinamiche di corsa divertenti, competendo in piccoli gruppetti e accendendo confronti individuali per tanti km come accade ai professionisti.
Anche la soddisfazione di raggiungere, affiancare e superare in scioltezza Danilo Goffi (uno dei migliori maratoneti italiani di sempre), ma solo perché aveva deciso di correre al fianco di un amico amatore.
Al traguardo tanti complimenti a tutti e tanta acqua da bere (in realtà il ristoro non proponeva altro). “Ma quanti gradi ci saranno? 30? 32? 34?!”. L’acqua è tutto quello che ci vuole.
Giorgio Calcaterra era già andato via, arrivato chissà dove correndo, per lui questo probabilmente è stato solo un breve riscaldamento. Per tutti gli altri il “riscaldamento” ha provocato solo tanto sudore, ma in questo periodo dell’anno nemmeno il caldo può fermare il runner vero che non può avere certo paura del sudore. Ce ne vorrebbero di più di corse estemporanee come questa. Speriamo che la rifacciano almeno un’altra volta!
© riproduzione riservata