Il russo Petr Semenovic Naumov è quasi completamente cieco. Ma all’età di 61 anni ha portato a termine un’impresa incredibile: ha corso per oltre 12.000 km, da Kaliningrad a Vladivostok, portandosi dietro un risciò ricavato da una vecchia sedia a rotelle.
Petr è originario della Jacuzia: tre milioni di chilometri quadrati di terra desolata nella Siberia orientale. Una landa ostile in cui il freddo in inverno supera tranquillamente i 50 gradi sotto zero. Un posto dove morire assiderati o sotto le zampate di un orso è considerato tutt’altro che improbabile.
Petr a scuola era stato esonerato da educazione fisica per via di una malattia che lo aveva reso completamente cieco da un occhio, lasciandogli nell’altro meno di 25 diottrie. Quasi cieco, insomma. La sorte poi aveva continuato ad accanirsi su di lui: quando aveva circa 40 anni la moglie era morta all’improvviso, lasciandolo solo con sei figli dai due agli 11 anni. Vivevano in un appartamento di due stanze, e Petr non lavorava: riceveva una pensione di invalidità equivalente a 190 euro perchè costretto a letto da un trauma alla spina dorsale.
La corsa mi ha salvato
Insomma, un quadro abbastanza disperato. Ma Petr si è salvato mettendosi a correre. Proprio così: ha trovato la forza di alzarsi, di infilare un paio di scarpe da jogging e di cominciare a correre. E ha corso così tanto, che una decina di anni più tardi (sulla soglia dei 50) è riuscito anche a mettersi in tasca un master in atletica. Nel 2003 ha partecipato ai campionati nazionali sulla distanza dei 100 km e si è piazzato al secondo posto.
La sua ultima grande impresa è stata, all’età di 61 anni, correre per 12.000 km (anzi, per la precisione 12.009) da Kaliningrad a Vladivostok, cioè dal Mar Baltico al Mar del Giappone. Il tutto in 2016 giorni: è partito all’inizio di aprile ed è arrivato in ottobre, macinando una media di 58 km al giorno in autonomia.
Già, perchè Petr Naumov si trascinava pure dietro una specie di risciò costruito con una vecchia sedia a rotelle, che aveva riempito di tutto l’occorrente per sopravvivere: 80 litri di acqua, cibo, un fornello di ghisa alimentato a legna, la tenda…
Sponsor latitanti
Purtroppo non ha avuto fortuna con gli sponsor, preoccupati che potesse perdersi dal momento che non ci vede e fatica a leggere i segnali stradali. I soldi per affrontare questa impresa glieli hanno dati i figli, i fratelli, i vicini di casa…e lungo la strada Petr ha anche incontrato tante persone che lo hanno aiutato offrendogli vitto e un alloggio per la notte.
Petr Naumov ha scelto un momento particolare per lanciarsi in questa impresa: il 65° anniversario della vittoria sovietica sui nazisti durante la seconda guerra mondiale (che in Russia chiamano “la Grande Guerra Patria”). “Con la mia corsa voglio che il popolo russo ricordi gli atti di eroismo dei padri e dei nonni”, ha dichiarato Petr a un giornale della Jacuzia. Tanto è vero che, una volta arrivato al traguardo, gli è stata appuntata sul petto una grande medaglia commemorativa.
L’impresa di Petr Naumov però non ha solo risvolti storici e politici. Il fatto che un uomo con gravi handicap fisici sia riuscito a correre per più di sei mesi consecutivi conferma ancora una volta quanto sia enorme il potenziale della nostra mente, e come la nostra volontà sia spesso in grado di ribaltare la situazione. E se vogliamo dare retta alle storie che circolano nel mondo del running, non è la prima volta che la corsa riesce a salvare una vita.
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