Una facile e divertente escursione per tutta la famiglia: la salita al Monte San Giorgio, patrimonio Unesco in Canton Ticino, regno dei pesci-fossili che abitavano l’antico mare Triassico.
Una zona che mi è sempre piaciuta e che ogni volta mi regala qualche sorpresa è il territorio di Meride, in Canton Ticino, a circa 60 chilometri da Milano. Specie nelle mezze stagioni, la zona di Meride regala colori stupendi e panorami incantevoli.
Dalla cima del Monte San Giorgio, la montagna che si innalza direttamente dal paese, nonostante i suoi “soli” 1.096 metri di quota, nelle belle giornate il panorama spazia dal sottostante Lago di Lugano, o Ceresio, per arrivare fino alle Alpi dell’Oberland.
Altro motivo che mi spinge a visitare questa zona è che appartiene patrimonio mondiale dell’UNESCO perché le viscere di questa modesta montagna contengono alcuni tra i più importanti giacimenti fossili d’Europa. Sono stati ritrovati pesci fossili (ma anche altre specie) unici al mondo. Ed è possibile ammirarli nel rinnovato museo di Meride, progettato dall’architetto ticinese Mario Botta.

La salita al Monte San Giorgio inizia a Meride
Il mio consiglio è di fare prima l’escursione, lasciando la visita di Meride e del Museo per ultimo, con aperitivo nel bar della piazza del paese. I percorsi che salgono al San Giorgio sono diversi. Per chi visita la zona la prima volta, consiglio di seguire quello che parte direttamente dal centro paese, di fianco alla chiesa di San Silvestro. Perché, pur presentando brevi tratti ripidi, è quello più comodo e facile. Le indicazioni sono sempre molto chiare e precise, per cui perdersi è impossibile.
Oltrepassata la chiesa, si segue la larga mulattiera lastricata che sale nel fitto del bosco. Questo tratto è ben protetto dal sole, per cui può essere tranquillamente fatto anche nelle giornate calde.
In poco meno di un’ora, si raggiunge un tratto pianeggiante che porta ai prati di Cassina, dove si trovano una cappella e un rifugio. Da qui il sentiero prosegue in salita (cartelli gialli), portandosi su zone più aperte. Fino ad arrivare all’ultimo pratone che, con salita decisamente ripida, raggiunge la sommità del monte. Qui è stata costruita la chiesa di San Giorgio, una parte della è dedicata a ricovero ed è aperta tutto l’anno.

Ammirando il Canton Ticino dall’alto
Dal roccioso balcone naturale posto sul lato nord della vetta, il panorama spazia dalle rive del Ceresio al Malcantone, passando per Morcote, Arbostora, monte San Salvatore, Rovio e Arogno, fino ad arrivare alle Alpi Ticinesi.
Da qui il nostro percorso prosegue scendendo all’Alpe Brusino (cartelli gialli). Il sentiero scende ripido nel bosco, ma è molto piacevole grazie alla bellezza del luogo. Da aprile a ottobre, il grotto dell’alpe propone specialità ticinesi che possono essere degustate all’ombra di stupendi castagni secolari.
Lasciata l’alpe, seguiamo le indicazioni per Serpiano percorrendo il tratto più interessante del Sentiero geo-paleontologico che gira attorno al Monte San Giorgio. È ricco di pannelli illustrativi che ricostruiscono la storia dello sfruttamento dei giacimenti minerari presenti nell’area.
Come ad esempio l’antica miniera poco sopra Serpiano che, all’inizio del Novecento, contava ben cinque gallerie attive che si inoltravano nella montagna per centinaia di metri. Da qui si estraeva lo scisto bituminoso, utilizzato per ricavare il saurolo, un unguento utilizzato per scopi terapeutici.

Qui una volta c’era il mare
Ma le miniere di scisto bituminoso erano ricche anche di fossili. Fu Bernhard Peyer a scoprirlo nel 1907, e ad avviare gli scavi che, nel corso degli anni, hanno portato alla luce scheletri di animali interi e di tale importanza scientifica che il San Giorgio venne conosciuto come il Monte dei sauri. Fu ritrovato ad esempio un grande rettile a cui Peyer diede il nome di Ceresiosaurus calcagnii.
Il Monte San Giorgio è tra i più importanti giacimenti di fossili marini relativi al periodo del Triassico medio (247-237 milioni di anni fa). Il monte, caratteristica quasi unica al mondo, presenta almeno cinque diversi livelli fossiliferi. Questo significa che è possibile studiare in un solo luogo la storia dell’evoluzione attraverso un arco temporale di milioni di anni.
Ad oggi, da questa antica laguna sono emersi oltre 20.000 fossili di cui circa 25 specie di rettili, 50 specie di pesci, più di 100 specie di invertebrati oltre a varie specie di vegetali, in particolare conifere. I maggiori giacimenti di fossili si trovano soprattutto nella parte centrale della serie stratigrafica, all’interno delle rocce sedimentarie carbonatiche di origine marina (calcari e dolomie) che presentano uno spessore di oltre 600 metri.

Tra vecchie miniere e giacimenti fossili
Proseguendo il nostro itinerario verso Serpiano, incontriamo alcuni vecchi giacimenti, come ad esempio la miniera delle tre fontane. Raggiunta la strada asfaltata, la attraversiamo e prendiamo il sentiero sulla destra che permette sia di evitare il rientro sulla noiosa strada asfaltata, sia di vedere altri giacimenti.
Arrivati in località Crocifisso, sempre ignorando la strada asfaltata, seguiamo le indicazioni che ci portano prima su una strada sterrata che si inoltra nel bosco, per poi proseguire lungo un ampio sentiero che attraversa prati e boschi.
Usciti dal bosco, continuiamo su strada asfaltata (ma non passano macchine). Si attraversa un bel prato dal quale si scorgono le cime da cui siamo appena scesi e si passa a lato dell’antica fabbrica del saurolo, inaugurata nel 1910 e chiusa nel 1950. Qui veniva trasportato lo scisto bituminoso per trasformarlo nel miracoloso unguento.
Raggiunta la località Fontana di Meride, l’antico lavatoio della zona, si è obbligati a seguire la strada asfaltata. Poco oltre, sulla destra, un altro pannello informativo ci invita a scendere nella forra della Val Mara. Qui in quattro differenti siti di scavo sono stati rinvenuti fossili di pesci, crostacei, piante terrestri e, per la prima volta, anche di due insetti.
Pochi minuti lungo la trafficata strada asfaltata, e si raggiunge Meride. Attraversando la via centrale del paese (Via Peyer), tra le antiche case e alcune botteghe, ecco sulla sinistra il nuovo museo dedicato ai fossil. Poco più avanti, la piazza centrale con la chiesa dedicata a San Rocco e una caratteristica terrazza dalla quale si gode una splendida vista sul vasto altipiano che si stende ai piedi del villaggio con i suoi vigneti, frutteti e orti.
Salita al Monte San Giorgio, note tecniche
Lunghezza: 13 Km
Dislivello positivo/negativo: 780 m
Tempo di percorrenza: 4 ore e mezza
Difficoltà: Escursionistica (E)
Fontane: sì, solo lungo la parte bassa del percorso
Come arrivare: dall’autostrada A9, direzione Como, superare la frontiera svizzera (ricordarsi di avere la vignetta autostradale), proseguire lungo la A2, uscire a Mendrisio e seguire le indicazioni per Arzo e poi per Meride. Lasciare l’auto nel parcheggio appena sotto il paese (gratuito). Altri posteggi sono presenti in paese a pagamento.
© riproduzione riservata