Ho provato le Saucony Ride 14 e vi dico subito che questa sarà una recensione più che positiva!
Premetto che per quanto riguarda marca e modello delle calzature da running io sono un po’ un’anima in pena: dopo anni non ho ancora trovato la scarpa giusta per il mio piede, quella perfetta, definitiva. Non so se questo è un problema tutto mio, o se anche altri si ritrovano ciclicamente a dover cambiare modello (se volete potete dirmelo lasciando un commento tramite il box che trovate a fondo pagina).
Vi riporto comunque la mia esperienza con l’ultimo modello delle Saucony Ride, con le quali ho già percorso 250 km.
Perché ho scelto le Saucony Ride 14
Negli ultimi anni ho corso principalmente lunghe distanze utilizzando marche e modelli differenti, senza mai provare fastidi particolari causati dalle scarpe, se non quelli tipici da sovraccarico con i quali gli ultra-maratoneti prima o poi devono fare i conti.
Purtroppo la ripresa dopo i lockdown, con impossibilità di allenarsi costantemente e di gareggiare, mi ha portato a dover abbassare i ritmi. Questo mi ha creato non pochi problemi in alcuni punti del piede. Quando ho ripreso ad allenarmi regolarmente, ho accusato uno sfregamento importante sopra il tallone, in corrispondenza del tendine d’Achille, fastidio che non avevo mai avvertito prima.
Le scarpe erano quelle che avevo sempre utilizzato, lo stesso modello con le quali avevo corso gare e allenamenti ben oltre i 40 km: ne avevo acquistato addirittura tre paia, quindi avevo anche la garanzia che il problema non poteva dipendere dall’usura o da un difetto. Lo sfregamento avveniva sia con quelle già rodate, sia con quelle nuove.
Ho provato anche con calze nuove, stesso modello che utilizzo da anni, ma la situazione non migliorava. Lo sfregamento diventava sempre più fastidioso, tanto che dopo 15 giorni mi è capitato di dover rientrare a casa scalzo perché la scarpa aveva completamente lacerato la pelle provocando forte bruciore e sanguinamento.
Molto probabilmente tutto questo era dovuto ai ritmi di corsa più lenti, che hanno modificato l’appoggio e l’impatto del piede al suolo.
Ho quindi individuato il punto esatto in cui avveniva lo sfregamento, ovvero in corrispondenza della conchiglia della scarpa e mi sono messo alla ricerca di una calzatura che avesse una conformazione differente nella parte posteriore.
Tra le tante passate al setaccio mi sono imbattuto nelle Saucony Ride 14, marca che non avevo mai utilizzato prima e che rispetto a tutte le altre sul mio piede calza perfettamente!
Nonostante la ferita ancora fresca, alla prima calzata ho provato piacere, come un guanto morbido che avvolgesse il piede. Ho quindi deciso di acquistare le Ride 14 e ho aspettato che la ferita provocata dalle precedenti scarpe guarisse completamente.
Io ho preferito la colorazione gialla, come quella sotto:
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Ripresi gli allenamenti, sempre con la paura che il problema si ripresentasse, ho sin da subito notato una scarpa reattiva, morbida e comoda. Nella parte posteriore la parte sopra la conchiglia è morbidissima, e questo a mio avviso ha fatto sì che in quel punto di contatto non ci siano attriti. Oggi, dopo 250 km già percorsi, posso affermare che ho risolto il problema e che la Ride 14 può essere presa in considerazione da chi ha problemi di questo tipo.
La scelta della taglia
Per me – che solitamente con scarpe non da running calzo un 42 – il 42.5 è stata la misura perfetta. Consiglio quindi un mezzo numero in più rispetto alle scarpe che si utilizzano tutti i giorni, considerando che la possibilità che il piede si gonfi leggermente durante la corsa e lo spessore delle calze utilizzate (io ad esempio utilizzo queste https://amzn.to/312K09Y)
Saucony Ride 14 da donna
Ovviamente le Ride 14 sono disponibili anche nella versione donna, con colorazioni decisamente più femminili.
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In questi ultimi anni ho testato e cambiato spesso scarpa, qualche volta anche quando non dovevo farlo (ad esempio nella fase centrale della preparazione della 100 km del Passatore 2019), ma questa volta sono estremamente soddisfatto della scelta fatta!
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