L’appassionante progetto di Mauro Solive, che sta attraversando in solitaria tutti i parchi nazionali della Gran Bretagna. A piedi, in bicicletta e in kayak. Un’idea contagiosa di “viaggio slow”.
Ho sempre amato viaggiare, sopratutto in quella che oggigiorno si definisce la modalità di “viaggio lento”. Da qualche anno vivo in Gran Bretagna, quindi ho pensato che un bel modo per conoscere il Paese, sopratutto le zone più selvagge in cui la natura la fa ancora da padrona, fosse di esplorarne i parchi nazionali con una serie di viaggi lenti.
Così è partito il mio progetto, tutt’ora in corso, di attraversare tutti i parchi nazionali del Regno Unito a piedi, in bicicletta o in kayak, a seconda del terreno. Per rendere la cosa un po’ più avventurosa, ho deciso di farlo in solitaria e in completa autonomia, attraversando ognuno dei parchi nazionali nel punto più ampio e transitando dal punto di massima elevazione. Il progetto ha anche lo sfondo sociale di raccogliere fondi per la ricerca sul cancro.
Tempo da lupi in North Devon
La prima traversata con la quale mi sono cimentato è stata nel parco nazionale dell’Exmoor. Partito a piedi e sotto una pioggia sferzante, mi trovo quasi subito a camminare in piena brughiera, seguendo vaghe tracce, probabilmente lasciate dal passaggio di animali nella bassa vegetazione.
Per il resto del giorno e guidato dalla bussola, cerco di seguire approssimativamente la direzione giusta, con la pioggia che non accenna a smettere. Per una ventina di chilometri sembra non esserci un sentiero che vada nella direzione che voglio. Se cercavo una sfida, l’ho sicuramente trovata!
Superata la prima notte in tenda, con temperature tipiche del febbraio inglese, mi trovo di fronte una bella sorpresa mattutina: devo attraversare un ruscello che mi impedisce di proseguire ma non riesco a trovare un punto in cui poter saltare dall’altra parte con un balzo. Il ruscello è troppo largo.

Dopo aver cercato per bene su e giù lungo l’argine, mi devo rassegnare all’idea di un guado in acqua gelida. Mi spoglio fino alla cintola, spettacolo non proprio dignitoso ma fortunatamente privo di testimoni e, sollevando lo zaino sopra la testa, entro in acqua nel punto che mi sembra meno profondo. Cercando di non inciampare e cadere completamente nell’acqua.
Superato l’ostacolo, proseguo in fretta per scaldarmi col movimento, anche se di tanto in tanto devo fare brevi soste consultando la cartina in modo da non perdermi completamente. A tratti ho proprio quella sensazione, ma finalmente incrocio il sentiero che conduce a Dunkery Beacon, il punto più in alto del’Exmoor, che raggiungo verso sera.
Proseguo in fretta e, poco lontano, riesco a trovare uno spiazzo coperto da un tappeto di felci secche… sembra essere il posto ideale per accamparsi. Al mattino piove ancora, ma ormai sono vicino alla fine. Il pensiero mi rinvigorisce e, dopo aver valicato una serie di colline che sembra interminabile, giungo finalmente alla meta, dopo aver percorso quasi 60 chilometri.

Nelle foreste del sud in mountain bike
Entusiasmato dalla mia prima avventura, dopo un paio di mesi parto per il parco nazionale della New Forest, questa volta dopo aver equipaggiato una mountain bike con l’essenziale per sopravvivere un paio di giorni. Non sono un praticante assiduo di questa disciplina, perciò ho scelto i pendii poco scoscesi della New Forest, ampiamente alla portata delle mie gambe poco allenate.
Anche questo viaggio mi regala momenti indimenticabili tra lo splendore dei boschi antichi, le mandrie di pony selvaggi, la luce verde azzurra che filtra tra le fronde nel pomeriggio estivo, il lampo di un cerbiatto che attraversa il sentiero di corsa e la soddisfazione di portare a termine una seconda traversata.
Avventura a colpi di pagaia nel parco del Norfolk Broads
Con l’arrivo dell’autunno decido di affrontare quella che per ora è stata forse la sfida più dura di tutto il progetto: un’attraversata in kayak del parco nazionale del Norfolk Broads, percorrendo tratti di tre fiumi diversi per una lunghezza totale di circa 150 chilometri. Non un’impresa del tutto facile per un kayaker alle prime armi.

Ci metto quasi sei giorni a percorrere il parco da sud a nord, e ho parecchie difficoltà a trovare posti per accamparmi che non siano sommersi durante l’alta marea o completamente coperti di fango. Sapevo che questi fiumi subiscono l’influenza delle maree, ma certamente non mi aspettavo che il livello del fiume variasse di oltre un metro nè tantomeno che l’acqua diventasse salmastra quando la marea sale. Faccio nota mentale di approvvigionarmi sempre durante la bassa marea.
Anche se il cielo rimane plumbeo per la maggior parte del viaggio, vivo un’esperienza magnifica, esaltata da spettacolari tramonti, dall’abbondanza di uccelli e animali acquatici, dalla compagnia di un paio di lontre curiose che nuotano in prossimità del kayak, e dal senso di solitudine e profondo contatto con la natura.
Un trekking nel parco nazionale del Peak District
Sucessivamente vengo bloccato per qualche mese da un secondo “total lock down”, ma appena possibile sono sulla via della prossima meta, il Peak District National Park. Coltivando la mia passione per l’arrampicata mi son trovato spesso da queste parti, ma mai per fare una camminata di 120 chilometri, come mi propongo ora.
Parto dal punto più a sud del parco nazionale per seguire parte della “Limestone Way”, uno dei tanti percorsi nazionali. Il paesaggio in questa parte dell’Inghilterra è molto caratteristico: prevalgono i prati erbosi delimitati da muretti a secco, con le immancabili pecore. Ma ci sono anche molte aree boschive.
Nonostante la bassa elevazione, queste alture non possono definirsi proprio colline: iniziano ad avere sentieri scoscesi e falesie di roccia che di tanto in tanto ne spezzano i fianchi. L’ambiente ricorda molto quello delle nostre zone di mezza montagna, è un vero e proprio paradiso per escursionisti e arrampicatori. L’itinerario che ho scelto abbandona il sentiero per seguire il corso di un fiume a fondovalle, intersecando la linea della “Derwent Valley Heritage Way” lungo la quale proseguo per tutto il giorno. Verso sera mi accampo in un bosco sulle sponde di un affluente.

Al mattino mi aspetta una ripida salita per valicare lo spartiacque e svalicare in direzione del Kinder Scout, il punto più elevato del Peak District, con un’altezza di 636 metri. Da questo punto in poi seguo il percorso della “Pennine Way” che volge decisamente verso nord, la direzione giusta! Il paesaggio cambia, mi trovo a camminare su un altopiano coperto da erbe e arbusti, seguendo un sentiero scavato profondamente nella torba nerissima dall’infinità di piedi che lo hanno solcato per secoli.
Non ci sono alberi in vista e il vento spazza con forza la distesa ondulata della brughiera che si perde a vista d’occhio, senza traccia di presenza umana. Ogni sera faccio particolare attenzione a picchettare la tenda saldamente, in particolare questa notte. Mi muovo all’alba. Scandendo le ore continuo a mettere un piede davanti all’altro per un’altra mezza giornata e, senza quasi accorgermene, giungo alla meta prima di quanto pensassi.
Bike-Packing tra le colline e il mare
Per attraversare il parco nazionale del South Downs sono di nuovo in mountain bike. Questa zona è formata da una catena di colline gessose che corre parallela alla costa sud dell’Inghilterra, a poca distanza dal mare. Più ad est si trovano le famose scogliere bianche di Dover.
La distanza da percorrere è relativamente breve per un viaggio in bici, ma i sentieri sono accidentati e rocciosi, più adatti alla camminata o a chi è più abile di me con la mountain bike.
Avanzo lentamente, a volte a fatica, scendendo dalla bici e spingendola per brevi tratti nei passaggi più duri. Il sentiero si snoda per 160 chilometri, saltuariamente interrotto da brevi sezioni su asfalto o da strade bianche, rendendo il viaggio molto piacevole e pittoresco. Devo però fare una deviazione di quasi 30 chilometri per transitare nel punto più alto del parco, che non si trova esattamente sul percorso.

Di nuovo ho l’opportunità di accamparmi in posti incantevoli, a volte su prati in cima a colline con la vista a 360 gradi; altre volte in ombrosi boschi di querce che limitano la vista ma hanno un’atmosfera da film fantasy… mi aspetto quasi l’apparizione di un folletto! Il tempo mi sorride e mi regala quattro splendide albe e altrettanti bellissimi tramonti. Forse per darmi lo stimolo e spronarmi verso la prossima impresa!
La mia avventura attraverso i parchi della Gran Bretagna non finisce qui
Ho attraversato a questo punto circa un terzo dei parchi nazionali della Gran Bretagna. Mi ci vorrà quindi ancora qualche tempo per portare a termine il progetto. Quest’anno realizzerò altre tre traversate, sempre per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro, camminando sui sentieri dei parchi nazionali dell’Exmoor, di Breacon Beacons e di North York Moors. Più vado avanti, più scopro posti nuovi e idee nuove per esplorare la natura. Non c’è veramente limite: basta partire!
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