Il trekking Selvaggio Blu, che corre in Sardegna lungo un percorso di 40 km e 4.000 metri di dislivello positivo, è famoso per la sua durezza, per la sua spettacolarità e per essere decisamente difficile da individuare e percorrere. Proprio per questo, l’idea di coprirlo in velocità mi è risultata così affascinante. Non si tratta infatti di un qualsiasi percorso di trail, dove basta spingere per segnare un “tempone”. Selvaggio Blu è fatto di distese di fondo carsico solcate da profondissime “rigole”, passaggi d’arrampicata, scale “e fustes” (cioè passerelle di legno) e per finire diverse calate in corda doppia che coprono dislivelli fino a 45 metri.
Eppure il progetto ha preso forma con gli amici di Artzia a.s.d., già organizzatori del bellissimo Ultratrack Supramonte Seaside Baunei. Quattro giorni di durissima ricognizione sul percorso per dare un’occhiata e capire cosa avrei dovuto affrontare. Quattro giorni ridendo e scherzando, filmando e documentando la preparazione di questo tentativo di record. Tante le incognite, soprattutto inerenti al materiale necessario per le calate in corda e alla quantità di acqua necessaria.
Caratteristica fondamentale del nostro tentativo è stata la completa e totale autonomia, sia idrica che di materiale. Tutta l’acqua necessaria e tutto il materiale per le doppie avrei dovuto trasportarlo autonomamente dal primo all’ultimo metro. Infinite le confabulazioni sui materiali più adeguati e più leggeri, sui dispositivi migliori per calarsi in velocità e su come trasportarli.
Ci troviamo così la mattina di sabato 8 ottobre a Pedralonga, intervistati dall’emittente locale Videolina. Ore 6:00, la partenza! Da qui le immagini che scorrono veloci, un susseguirsi di luoghi incredibili e spettacolari. Sempre concentrati ed attenti per evitare possibili problemi. Il fondo carsico, rotto, fessurato, aggressivo ed affilato. La vegetazione fitta, dura, che graffia e lacera. Il sole implacabile e la sete. Passaggi d’arrampicata da affrontare con attenzione seguiti dalle calate, con il cordino che seppur leggero provoca non pochi rallentamenti aggrovigliandosi continuamente.
Quattro ore per passare a Goloritze. Alle 13:00 a Sa NUrca, dove dopo le due doppie da 40 metri capisco di poter segnare un buon tempo. Arrivo a Cala Sisine in 8h 10’. Un abbraccio con Matteo Casula, anima e promotore del progetto. Brindiamo e festeggiamo con tutti i ragazzi del gruppo Artzia, che si sono impegnati fra ricognizioni, filmati ecc. Tutti stanchi, ma tutti molto felici. Un piccolo sogno comune realizzato. Un percorso reale che potrebbe essere uscito da un sogno.
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