Così è stata definita l’avveniristica funivia che porta sul tetto d’Europa. Salire lassù tra le montagne ammantate di neve è un’emozione unica.
È dalla scorsa estate che la nuova, mirabolante Skyway del Monte Bianco ha iniziato a pavoneggiarsi tra le montagne e a trasportare i passeggeri su quello che – con i suoi quasi 5 mila metri di altezza – è stato battezzato “il tetto d’Europa”. Erede delle Funivie Monte Bianco, nate a metà del XX secolo dal sogno visionario del conte Lora Totino, la Skyway è un vero gioiello di design e tecnologia.
I lavori del cosiddetto “cantiere tra le nuvole” sono durati quattro anni. E si sono rivelati un’impresa titanica per una serie di fattori: il meteo spesso avverso, l’altitudine, le condizioni di lavoro, la necessità di scavare una galleria di 150 metri e un pozzo a oltre 3.000 metri di quota, il vento…
Per potersi acclimatare e poi recuperare la forma, gli operai alternavano sette giorni lavorativi e quattro giorni di riposo, e venivano regolarmente sottoposti a visite specialistiche presso l’ambulatorio di medicina della montagna di Aosta, che ne teneva monitorato lo stato di salute.
La Skyway è composta da tre stazioni, collegate da due tronchi di funivia. La prima, quella di partenza, è Pontal d’Entrèves, che si trova poco sopra Courmayeur e sostituisce la storica stazione di La Palud. È una struttura imponente, dall’aspetto aerodinamico, dotata di ampi parcheggi in parte interrati e in parte scoperti, che possono ospitare fino a 350 automobili e una decina di autobus.
La stazione intermedia, Pavillon du Mont Fréty, si trova a 2.200 metri di quota e offre un contesto panoramico sui versanti contrapposti della Val Veny e della Val Ferret, valorizzato dalle grandi superfici vetrate degli edifici. All’esterno è possibile visitare il giardino botanico, vari percorsi di avvicinamento alla natura e il solarium, mentre all’interno si trovano due ristoranti, un bar, una sala per convegni-eventi-cinema da 150 posti, un piccolo shopping-center e una cantina di vinificazione.
L’ultima stazione è quella di Punta Helbronner (quota 3.466 metri), che riproducendo la forma di un cristallo si sviluppa in senso verticale. Qui si trova l’attrazione principale dell’impianto: la terrazza panoramica circolare di 14 metri di diametro che regala la straordinaria vista a 360 gradi su buona parte dei 4000 delle Alpi occidentali: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin.
Le cabine sono di forma semisferica, senza angoli né bordi: strutture ariose, leggere e in grado di evitare vibrazioni e rumori. Durante la salita ruotano su se stesse, per offrire una vista completa sulle vette. Uno speciale sistema di riscaldamento evita che si generi condensa, mentre sensori e pannelli posti sotto il pavimento impediscono la formazione di ghiaccio.
A bordo sono stati installati anche impianti multimediali: tv, schermi per la proiezione di filmati e informazioni sul meteo, piste e rischio valanghe… Una telecamera posta sul pavimento mostra invece le immagini del panorama sottostante. Particolari strumenti bloccano le oscillazioni e rendono fluido il movimento delle cabine, adattandosi alla distribuzione e al peso del carico.
Ecco i numeri dell’ottava meraviglia del mondo: dislivello complessivo coperto 2.200 metri; tempi di salita 4 minuti fino alla stazione intermedia più altri 5 fino alla stazione di in vetta; portata oraria 800 persone primo tronco e 600 persone secondo tronco; investimento 138 milioni di euro; prezzi andata/ritorno fino alla vetta 52,00 euro (28,00 euro fino alla stazione intermedia).
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