Reinhold Messner definisce Steve House il migliore alpinista d’alta quota al mondo oggi. Il libro “Oltre la montagna” è anche un viaggio nella sua mente.
WOW! Questo il commento che mi è sorto spontaneo quando ho visto la foto di Steve House sulla terza di copertina del suo “Oltre la montagna”. Diciamo la verità: a me i libri tecnici non è che interessino troppo. L’ho fatto più che altro per lui, di leggerlo. L’ho fatto perchè me lo immaginavo, così bello e così macho, mentre con piedi calzati nei ramponi tastava le pareti di ghiaccio in cerca di appigli. Perchè mi immaginavo le soste in altissima quota durante la notte, sulle creste nevose, dopo essersi scavati un rifugio a forza di badilate. Sì, diciamo che l’ho presa con romanticismo questa lettura.
In realtà “Oltre la montagna”, come dice il titolo, va appunto “oltre”. A parte i racconti avvincenti, che aprono anche ai profani uno spiraglio sul mondo delle scalate alpine, il libro alla fine è anche il viaggio affascinante nella mente di un uomo. E probabilmente di molti uomini che – come Steve House – dedicano tutta la vita a un ideale che appare senza senso.
«Non sono mai stato padre – scrive House nell’epilogo -. Ho bruciato nel fuoco delle mie emozioni fino a restare privo delle riserve necessarie per un matrimonio. Migliaia a e migliaia di ore le ho trascorse ad allenarmi: trekking, corsa, scatti in salita trascinandomi 20 chili d’acqua, bici, sci, pesi, salti. Ho scalato, scalato, e scalato ancora. Mi sono spinto fino al mio limite, e oltre. Ho provato un piacere perverso nel dedicare la vita a uno sport dove solo pochi sopravvivono (…). Dentro l’alpinismo andiamo in cerca della trascendenza, e instancabilmente inseguiamo ciò che resta celato ai nostri occhi: ciò che siamo veramente».
Reinhold Messner definisce Steve House il migliore alpinista d’alta quota al mondo oggi. Per meritarsi questo appellativo, House (classe 1970) ha scalato senza sosta fin da quando era adolescente. Nelle Alpi, in Canada e in Alaska, sul Karakorum e in Himalaya. Nel 2005, con il compagno di cordata Vince Anderson, ha aperto una nuova via lungo il versante Rupal del Nanga Parbat (8.125 metri) scalando in stile alpino: vale a dire senza corde fisse, bombole di ossigeno e riportando a valle tutto il materiale utilizzato. Dal 1999 è testimonial di Patagonia.
Il libro “Oltre la montagna”, con la prefazione di Reinhold Messner, è pubblicato in Italia nella collana campo/quattro dall’editore Priuli & Verlucca. Costa 18,60 euro.
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