Plose non è solo il nome di un'acqua minerale. Pochi la conoscono, a parte gli altoatesini e gli “aficionados” che prenotano qui le vacanze di anno in anno: ma si tratta di una montagna affacciata sopra Bressanone, oltre che di una delle “porte” delle Dolomiti. Non solo. Plose (www.plose.org) è anche un comprensorio sciistico che conta circa 45 km di piste come non se ne trovano molto spesso in giro: ampie, soleggiate, e soprattutto poco affollate.
Già, da queste parti le code agli impianti sono quasi sconosciute. Una discesa, e via di corsa un'altra. Ma non prestate attenzione ai colori dei tracciati: rosso, blu, nero… la Plose è un altro mondo, e fa le cose a modo suo. Le piste nere in realtà non hanno “muri” mozzafiato, e su quelle blu è difficile poter evitare le curve. Evidentemente, come dicono gli altoatesini, «le piste sono tutte bianche». Qui più che altrove, visto che l'80% dei tracciati corre sopra i 2.000 metri di quota. E poi c'è il panorama. Dalle stazioni di arrivo più alte degli impianti si arrivano a vedere persino le Dolomiti bellunesi.
Il massimo? La pista Trametsch. È la più lunga dell'Alto Adige: misura 9 km (ma anche su questo punto, come per i colori dei tracciati, ci sono pareri discordi: c'è chi dice siano addirittura 11) e scende attraverso il bosco per ben 1.400 metri di dislivello. Niente di complicato, ma continui cambi di pendenza che allenano le gambe degli sciatori e impediscono di annoiarsi.
E poi c'è la pista per lo slittino. Anche questa un primato, perchè di nuovo è la più lunga dell'Alto Adige (oltre 11 km, e 1.000 metri di dislivello). Si chiama Rudi Run e corre per buona parte accanto alla Trametsch, partendo da Valcroce e approdando in località Sant'Andrea. In cima si arriva con la funivia, e la neve è garantita su tutto il tracciato grazie agli impianti di innevamento.
Anche gli alberghi e i rifugi, qui sulla Plose, hanno caratteristiche tutte loro. Qui potete scegliere per esempio tra un ex sanatorio del periodo austroungarico (ovviamente tutto rimesso a nuovo) e uno chalet che sembra la casa dei sette nani.
Il primo è l'Hotel Rosalpina, nascosto nel bosco, raggiungibile lungo una stradina tutta curve che si inerpica su per la montagna. All'esterno ha mantenuto l'originaria struttura, con il rivestimento in pietre e legno scuro; all'interno la famiglia Hinteregger ha ricavato 30 lussuose suite e una bellissima Spa. Colazione da sogno, cene gourmet, merenda libera quando si ritorna dallo sci, e le piste che partono proprio davanti alla porta dell'albergo. Il tutto a partire da circa 100 euro a persona con pensione ¾.
A 2000 metri di quota, vicino alle piste da sci e lontano dal mondo, c'è invece la baita Schatzerhütte (tel. 0472.521343). Originaria del 1926, ha mantenuto l'aspetto e lo spirito di allora. Gli ospiti possono dormire nelle camere della casa principale, oppure in tre minuscole baite di legno (senza bagno) che si trovano poco più in là. In cucina pochi piatti tradizionali, ma cucinati con i sacri crismi dallo chef Franz Pernthaler.
Altre informazioni? Le trovate su: http://www.valleisarco.com
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