La bicicletta da enduro Giant Reign 1 è performante in salita e aggressiva in discesa, però richiede la capacità di essere guidata. Unico neo: l’impianto frenante che non è all’altezza del mezzo.
L’enduro è l’anello di congiunzione fra il gravity più spinto e i grandi dislivelli positivi. Si tratta di bici per affrontare discese in grado di di impensierire i mezzi da downhill e che nello stesso tempo devono permettere di macinare salite per diverse ore. Due mondi che apparentemente potrebbero sembrare come il giorno e la notte, ma che trovano un equilibrio incredibile in questi mezzi.
Negli anni molto è cambiato in questo settore. La bici da enduro ha saputo adattarsi ai cambiamenti, in alcuni casi anticipandoli, mantenendo però sempre una sua filosofia ben racchiusa nel sistema maestro di cui è proprietaria.
Nel video che pubblichiamo in fondo all’articolo, sono ben spiegate le caratteristiche della bicicletta che abbiamo messo alla prova: la nuova Giant Reign 1, un mezzo pensato per le competizioni, con componenti performanti ma di grande affidabilità. Questa in breve la caratteristica peculiare di questo mezzo.
La trasmissione è affidata per intero al gruppo XT, che non ha bisogno di presentazioni: forcella Fox Performance Elite e mono X2 Performance customizzato per il marchio di Taiwan conferiscono un’impronta race di alto livello.
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Per le parti di scorrimento, la Reign monta le ruote di casa TR-1, mentre sono di Maxxis le coperture, con l’Assegai all’anteriore e il Minion Rear al posteriore. Due punti di riferimento assoluti per il mondo dell’enduro. Per tutti gli altri componenti si è badato alla sostanza, utilizzando pezzi marchiati Giant.
Unico neo i freni, sempre di casa Shimano, dove la scelta è caduta sui Deore 4 pistoncini: un modello sicuramente affidabile, ma con un piccolo sforzo in più si sarebbe potuta ottenere la bici davvero perfetta.
Come si è svolta la nostra prova della bicicletta da enduro Giant Reign 1
Il primo termine che mi viene in mente per definire questo mezzo è “differente”. Guardando la scheda tecnica balzano subito all’attenzione i 148 mm di escursione al posteriore, che sembrano pochini paragonati alle scelte tecniche di altri player, ma in casa Giant hanno una grande fiducia nel loro cinematismo e non è la prima volta che riescono ad anticipare i tempi. Basti pensare a quando era uscita la Trance, che con i suoi 110 mm ha aperto la strada alla odierne back country.
Per oltre due mesi ho utilizzato questa bici, e la cosa che più mi ha sorpreso è la sua velocità in salita. Si macinano dislivelli come se ci si trovasse in sella a una bici da all mountain, complice la posizione che permette di regolare al meglio l’altezza del manubrio e di conseguenza la distensione del busto e il lavoro egregio del sistema maestro. Questa bici chiama i grandi giri alpini, e nei rilanci fuori dalle curve ha una reattività fino ad oggi mai provata su una moderna enduro.
In discesa grinta da competizione
Ma la Reign serve soprattutto a fare i tempi in discesa. Certo bisogna prenderci la mano. Si avverte subito il potenziale, ma chi avrà la pazienza di capirla otterrà grandi soddisfazione da questa bici.
Per gli amanti dei bike park, la Reign è un giocattolo reattivo, che esce dalle curve come un proiettile e che mantiene la stabilità in ogni situazione. Per gli agonisti questo mezzo ha tutto quello che serve per competere, a patto di avere una guida attiva e dinamica, dove anche il corpo lavora in sintonia con il mezzo. Non siamo davanti alla classica schiacciasassi che metti lì e fa tutto da sola: questa bici va guidata.
Le note negative, come già detto, riguardano l’impianto frenante: se i dischi da 203 mm sono una scelta ottima su questo tipo di bici, il Deore non si dimostra sempre all’altezza della situazione. Questo mezzo necessita di più potenza per staccare al meglio.
Ho sempre pensato che le Enduro fossero ottime per le gare, ma che per i tour alpini andassero meglio bici meno muscolari. Con questa Reign, però, devo ricredermi. A parte qualche dettaglio, la bicicletta è una vera regina dell’ambito enduro. Il rapporto qualità/prezzo sorprende, con un allestimento pronto gara a cui non si può chiedere di meglio. Per l’agonista che vuole un mezzo di sostanza e per l’amatore che cerca una tuttofare, questa bici sarà una piacevole sorpresa.
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