Questa volta il nostro Marco Tagliaferri ha abbandonato le MTB super-prestazionali, per mettere alla prova la bicicletta Supernova Rocket da Gravel.
In questi mesi mi sono preso una pausa dalle bici pensate per le grandi escursioni, e mi sono dedicato alla scoperta del mondo Gravel. L’ho fatto testando la Supernova Rocket, modello in alluminio del produttore italiano.
Per approcciarsi al mondo Gravel, bisogna comprenderne la filosofia: dove al centro dell’esperienza a due ruote vi è l’esplorazione del territorio più che la prestazione sportiva.
Bicicletta Supernova Rocket, i dettagli tecnici
Una bici pensata per affrontare al meglio le sfide dell’off-road, con un telaio in alluminio 700 0 di Dedacciai, e forcella in carbonio per attutire al meglio le vibrazioni del terreno. L’assorbimento è garantito anche dalle coperture con sezioni da 1.5 pollici, con rute di DT Swiss.
Il reparto frenante e la trasmissione sono affidati a Sram, più precisamente al modello Rival per il comparto frenante, mentre per la guarnitura e il cambio la scelta è caduta sul modello Aspex.
Qui sotto il video in cui vi racconto il test e le mie sensazioni:
Così ho messo alla prova la bicicletta Supernova Rocket
Come accennato inizialmente, la prima cosa che bisogna fare quando si sale su una bici Gravel è quella di comprendere la filosofia che è alla base di questo mondo: in cui non contano la velocità e la prestazione, bensì la voglia di esplorare il territorio e di viaggiare.
Da questo punto di vista la Rocket mi ha stupito, permettendomi di affrontare sentieri dove pensavo che non sarei mai riuscito a transitare con una bici di questo tipo.
Spesso mi è sembrato di essere su una MTB degli albori, piuttosto che su un mezzo che assomiglia da vicino a una bici stradale. Ottimi il comfort e la stabilità sulle strade bianche. Sui single track la bici si comporta egregiamente, avendo come unico neo l’interasse un po’ corto che in alcuni passaggi rischia di portare al contatto fra il pedale e la ruota anteriore.
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L’impugnatura marchiata Ritchey, con la parte bassa del manubrio che tende ad allargarsi esternamente, garantisce una presa sicura che aiuta anche nella conduzione delle curve.
In conclusione, posso affermare che dopo aver lasciato a casa il cronometro ho potuto apprezzare al meglio questo tipo di uscite, tornando ad affrontare alcuni vecchi sentieri troppo facili per le moderne MTB ma ottimali per questa tipologia di bici.
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