Abbiamo messo alla prova su ogni tipo di terreno le nuove scarpe da trail running Brooks Cascadia 17. Esame superato a pieni voti.
“Libera il tuo istinto animale”. Questo il claim della campagna che accompagna il lancio delle nuove scarpe da trail running Cascadia 17 di Brooks, appena arrivate sul mercato. Un mercato in realtà molto affollato, in cui è abbastanza difficile ormai riuscire a farsi notare.
Questo pensavo mentre mi infilavo le mie nuovissime Cascadia 17 color rosa e violetto. Impossibile passare inosservati con calzature del genere. Anche perché io poi ci ho messo del mio, scegliendo una felpa tecnica in tinta.
Ma l’outfit in stile Barbie non deve ingannare. Perché le scarpe sono state messe alla prova per quattro giorni consecutivi, per alcune decine di chilometri e su ogni tipo di terreno d’alta montagna: roccia, acquitrini, sentieri disseminati di sassi e radici, ghiaioni, attraversamento di ruscelli.
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La prima impressione, appena calzate, è che si tratti di una scarpa con la pianta leggermente più larga rispetto alle “sorelle maggiori”. Per me che ho il piede molto sottile, è stato necessario stringere al massimo i lacci. Un punto a favore delle Cascadia 17, proprio a proposito dei lacci, è che restano ben annodati. Dettaglio non da poco. Spesso mi è capitato infatti di dover fare addirittura il triplo nodo alle scarpe da running, per evitare di inciampare.
E poi, via! Teatro del test sono state le montagne dell’Alto Adige: la Roda di Vael, i boschi ai piedi del Latemar, il passo San Nicolò, la zona delle Pale di San Martino… Insomma, ho offerto alle scarpe pane per i loro denti. E loro hanno dimostrato di apprezzare.
Nonostante la leggerezza (278 grammi il modello da donna), le Cascadia 17 hanno una struttura decisamente robusta. Anche correndo su terreni accidentati, non si avverte il fastidio dei sassi. Il grip è ottimo anche in discesa su ghiaia (uno dei fondi più infidi), e la punta rinforzata protegge molto efficacemente dagli urti.
Ottima anche la stabilità di appoggio. Del resto la struttura di questa scarpa ha preso ispirazione – dicono in Brooks – dagli zoccoli delle capre di montagna. La suola non è un unicum omogeneo: ma è suddivisa in diverse sezioni indipendenti che si comprimono a seconda della porzione di terreno su cui poggiano.
Non ho fatto una vera e propria “prova immersione” in acqua, ma correndo su fondi acquitrinosi e attraversando ruscelli il piede è rimasto asciutto. Se proprio devo trovare un difetto alle scarpe, è che con le temperature di questa torrida estate risultano un po’ calde. Alla fine della giornata, l’unico desiderio è quello di toglierle e far sbollire i piedi.
Brooks Cascadia 17, i dettagli tecnici
Fin qui, il test empirico. Per passare ai dettagli tecnici, mi affido alle descrizioni del produttore. Secondo cui la vera novità delle Cascadia 17 rispetto ai modelli precedenti è il sistema di stabilizzazione Trail Adapt: una tecnologia che rende il passo stabile e sicuro, ma al contempo facile e naturale, su ogni condizione di terreno grazie a intersuola, piastra protettiva e suola integrate.
Tra l’intersuola e la suola è posizionato il Ballistic Rock Shield, una piastra in PEBAX che protegge l’avampiede dalle asperità del terreno e dalle rocce appuntite. La mescola in DNA LOFT v2 assicura grande ammortizzazione.
Cascadia 17 di Brooks è disponibile anche nella versione GTX, che grazie a una membrana in Goretex promette l’impermebilità. I prezzi: 150 euro per la Cascadia 17, e 170 euro per la Cascadia 17 GTX.
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