Le persone hanno bisogno di credere che nel mondo esistano luoghi dove si può stare assieme e divertirsi in modo costruttivo e in armonia con la natura. In fondo quasi tutti facciamo sport per scappare, in qualche modo, dalla routine quotidiana.
C’è un luogo magico dove per quattro giorni si riunisce una tribù di ragazzi e ragazze, di tutte le età, provenienti da ogni angolo d’Europa (e non solo) animati da un’unica grande passione: la montagna, in ogni sua possibile declinazione. Qui c’è un grande prato circondato dalle splendide montagne di Lauterbrunnen, che si anima poco a poco di tende colorate che diventano sempre di più giorno dopo giorno. Una tribù variegata che da vita ad uno dei festival in onore della Montagna più belli e partecipati del mondo: The North Face Mountain Festival, che quest’anno ha riunito oltre 800 appassionati di outdoor provenienti da 29 paesi.
Never Stop
Per preparare questo evento TheNorthFace lavora tutto l’anno: prima di tutto dal punto di vista organizzativo, ma anche dal punto di vista di coesione della community. Il brand californiano infatti da alcuni anni organizza nelle principali città del mondo allenamenti settimanali collettivi, completamente gratuiti, che vanno sotto il nome di NeverStop seguito dal nome della città. Sono ormai mesi che mi alleno una volta alla settimana con la tribù milanese dei NeverStopMilan. E questo lavoro si è visto proprio a Lauterbrunnen, dove i partecipanti provenienti dalle varie città europee vestivano fieri le magliette delle loro Communities: Never Stop London, Never Stop Munchen, Never Stop Berlino.
Da un punto di vista aziendale, si tratta di un’operazione di marketing azzeccatissima verso tutti gli Stakeholders: clienti, distributori, dipendenti, fornitori, communities locali, atleti professionisti e non, rappresentanti stampa e influencer. Nel momento in cui si organizza un evento delle dimensioni partecipative del TheNorthFace Mountain Festival si prendono dei rischi, si espone la propria immagine alle valutazioni e alle critiche. L’evento può essere un fallimento, se non si ottiene un grande successo in linea con le alte aspettative dei partecipanti. Per far si che sì che questo non accada, tutto, ma davvero tutto, deve funzionare alla perfezione, come un orologio svizzero. E Lauterbrunnen, la location svizzera prescelta, era già di per sé un ottimo punto di partenza. In sintesi, se l’obiettivo era la fidelizzazione e la soddisfazione dei partecipanti, direi che è stato pienamente raggiunto.
Attività per tutti gusti
La passione sportiva dei partecipanti è stata pienamente ripagata con attività variegate, ben assortite e per tutti i livelli di preparazione. Attività rese ancora più speciali dal fatto di poterle svolgere accanto a super campioni, mostri sacri della Montagna che, privi di ogni atteggiamento altezzoso, dispensavano ogni sorta di consiglio in tante lingue con pazienza e sorrisi stampati sulle loro facce gioiose.
Le attività proposte al festival sono state davvero tante. Trail running sui tanti percorsi offerti dalle vallate stupende dove a luglio si svolge l’Ultra Trail Eiger (parte dell’Ultra Trail World Tour). Arrampicata sia in falesia che, nel caso di brutto tempo, indoor. Alpinismo sul meraviglioso ghiacciaio dove si affacciano Eiger, Monch e Jungfrau, con spettacolare salita al Walcherhorn (sei ore piene di gita per i più esperti, tutti con la dovuta garanzia offerta dalle Guide Alpine del luogo). Ma anche altre attività tutte di alto livello: dal corso di fotografia outdoor (dove ho finalmente capito l’importanza di avere in ogni foto un fore-ground, un middle-ground e non solo il back-ground), alla cucina dall’avventura, al kayak, al trekking, al canyoning e, dulcis in fundo, al parapendio. Ed è proprio a Lauterbrunnen che l’ultimo giorno in extremis ho avuto il battesimo con il mio primo volo! Coadiuvato da un pilota locale (ovvero volo in coppia), dopo essere saliti con la funivia ben oltre la scarpata di 650m che si affacciava sul Campo con le sue spettacolari cascate (se ne contano 72 nella valle di Lauterbrunnen), ci si lancia in un volo che mi ha tolto più volte il fiato. Sensazioni uniche, ben oltre le aspettative. Dovutamente documentate nelle foto pubblicate.
Personalmente, oltre al Paragliding della domenica, mi sono cimentato il giovedì in un tiratissimo Trail Running con l’allenatore di Never Stop Chamonix (un inglese trapiantato sulle pendici del Monte Bianco) a cui ho cercato di togliere il fiato in discesa. Il venerdì ho fatto il bis con la gita d’Alpinismo sul Walcherhorn, non solo per i ghiacciai, ma anche per la gita sul trenino a cremagliera che sale nel cuore dell’Eiger. Sostando in vari punti permette ai turisti di affacciarsi sul ghiacciaio e fotografare da posizioni di dominio, altrimenti raggiungibili solo dei top alpinisti e Guide Alpine. Il sabato, ho fatto preoccupare in parete, causa del mio stile incerto a confronto del livello degli altri e del mio impormi sul ruolo di primo a salire, la mitica Caroline Ciavaldini (moglie dell’altrettanto celebre James Pearson): ho promesso che quest’inverno troverò del tempo anche per arrampicare! Mah, non so…sto comunque cercando una palestra di roccia!
Team dei pro pienamente partecipe, coinvolgente e coinvolto in tutte le attività, da quelle in cui era guida a quelle ricorrenti del capo al Party del sabato sera, dove davvero erano parte integrante dei festeggiamenti. I nomi da ricordare sarebbero tanti, ma non possiamo non menzionare oltre a Caroline Ciavaldini e James Pearson, i top Simone Moro, Tamara Lunger, Emilio Previtali (coinvolgente Story-Teller), Lizzy Hawker, David Gottler, i fratelli Pou, la new entry Graziana Pè, Stefano Ghisolfi, Jacopo Larcher, Hansjoerg Auer.
Appuntamento al prossimo anno, dunque. Quanti saranno i partecipanti? Dove si incontreranno? Ma si riuscirà a replicare un aumento dei partecipanti come quest’anno?
Tutte cose a cui avremo una risposta restando sintonizzati con TheNorthFace. Ci vediamo a settembre 2018!
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