Un torrente ingrossato in quota e la necessità di mettere in sicurezza un tratto innevato sul Col Loson: le squadre di pronto intervento hanno avuto da fare.
Lunedì mattina: il Monte Bianco spolverato di neve ammicca forando le nuvole. A Courmayeur la temperatura è di 10 gradi, ma non piove più. E chisseneimporta del freddo e del vento in quota. Ora l’importante è proseguire il viaggio.

Nella notte tra domenica e lunedì, il Tor des Géants è stato fermato tra Col Crosatie e Rhemes a causa delle condizioni atmosferiche. Tre ore di stop (dalle 4 alle 7 del mattino): le piogge torrenziali avevano reso impossibile l’attraversamento di un torrente. Le squadre di pronto intervento sono arrivate in quota per arginare l’acqua, ma poi per fortuna la pioggia ha cessato e la gara ha potuto riprendere.
Certo il maltempo ha decimato i concorrenti. Oggi pomeriggio su 750 partiti da Courmayeur quasi 120 si erano già ritirati. In seguito allo stop, anche i cancelli orari sono stati spostati di tre ore. A Cogne, alle 10 del mattino, la base vita era ancora deserta. “Non è arrivato nessuno… di solito qui a quest’ora è già pieno di gente”, commentavano i volontari, che con il loro lavoro garantiscono assistenza (e spesso persino coccole) ai concorrenti 24 ore su 24 coprendo turni di sei ore.

Il buffet è quasi reale: minestre, pastasciutta, riso, salumi, fontina, uova, frutta fresca e secca, cioccolato, vino, birra… E pensare che Bruno Brunod parte con la sua scorta di frutta nello zaino… meglio essere autosufficienti!
Delle classifiche non vi parliamo: si possono consultare in tempo reale sul sito del Tor des Géants. Per quanto riguarda invece il nostro “inviato sul campo”, Max Marta, durante la notte di tregenda in quota è stato fermato dopo Rhemes per lo stop imposto dagli organizzatori, e ha poi ripreso regolarmente la gara. Conta di arrivare nella notte alla base vita di Cogne.

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