Il Trail del Motty è una gara senza esagerazioni in tutti i sensi. Niente distanze da sfinimento, nè dislivelli spaccagambe. Niente pacchi gara di lusso nè location patinate. Ma da dieci anni fa il tutto esaurito e resta nel cuore di chi partecipa. Prossimo appuntamento l’11-12 maggio.
E poi c’è il Motty. Da dieci anni, puntuale come un compleanno. Brilla nel calendario di maggio, quando le gare s’infittiscono e gli organizzatori devono sgomitare per conquistare la soglia minima di iscritti necessari per la sopravvivenza. Lui, il Trail del Motty, non ha di questi problemi. Eppure non esibisce pacchi gara da boutique di lusso, non sbandiera distanze da capogiro, non mette nel titolo attrazioni turistiche capaci da sole di fare cassetta. Max Valsesia, qual è il tuo segreto?
Max Valsesia, “papà” del Trail del Motty
“Boh, so soltanto che facciamo una gran fatica”, si schernisce all’inizio. Poi però aggiunge: “Credo che le persone percepiscano che la mia è passione vera, non organizzo una gara perché lo fanno tutti o per chissà quale tornaconto. Poi partecipo a tantissime gare di trail: lì ogni volta imparo qualcosa, valuto se un’idea o una soluzione è applicabile anche al Motty. E ogni volta conosco, o reincontro, corridori”.
Già, Max Valsesia è una delle icone del trail running, una sorta di grande vecchio (e con questa mi sono giocato la sua amicizia) di un mondo che ha vissuto fin dall’inizio da protagonista, ma con saggezza e umiltà. “In dieci anni è cambiato tutto, in termini di approccio alle gare, di persone e di materiali. Pensa solo all’esplosione degli zainetti tecnici da 5/10 litri che all’inizio quasi non esistevano, oppure delle calzature”.
I percorsi del Trail del Motty cambiano ogni anno
Ma quanto è cambiato il Trail del Motty in questi anni? “Tanto, ma anche niente: i percorsi mutano quasi ogni anno, mi piace andare a cercare nuovi sentieri o proporre diverse soluzioni tecniche; i concorrenti si sono stabilizzati intorno al migliaio, ovvero il triplo rispetto ai primissimi anni. Non è cambiata invece la filosofia della manifestazione, improntata alla semplicità e alla chiarezza: ogni trail ha le sue particolarità e io presento il Motty per quello che è, ovvero una bella gara in un bel posto”. Campo di battaglia del Motty è infatti il Mottarone, la montagna che separa il Lago Maggiore dal Lago d’Orta regalando viste panoramiche, certamente non da tutti i giorni.
Quote d’iscrizione “calmierate”
Altra caratteristica del Motty sono le quote d’iscrizione, tra le più contenute anche in rapporto ai servizi offerti. “Purtroppo le recenti disposizioni sulla sicurezza hanno fatto lievitare i costi”, dice Max, “però riusciamo ancora a chiedere una quota non impegnativa. E anche questo aiuta per le iscrizioni, così come la scelta di entrare in ben tre circuiti di gare: Piemonte Trail, VCO Top Race e Cusio Challenge”. Ok, l’11 e 12 maggio bisognerà proprio esserci.
Il programma prevede sabato 11 il ghiotto antipasto del Trail 2 Laghi, 14 km (1550 m D+) tutti all’insù da Stresa alla vetta del Mottarone con ritorno al punto di partenza in funivia. Domenica doppio appuntamento, con partenze e arrivi ad Armeno, sul versante cusiano della montagna: il Trail del Motty di 39 km (2.200 D+) e il Trail del Mott…yno di 18 km (720 m D+). È prevista anche una classifica che somma i risultati della gara di sabato e del Trail del Motty. Stop. Non serve altro. A tutto il resto provvede Max.
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