Conoscete le Alpi Apuane? Questa volta il nostro Jacopo Bertella vi conduce lungo i sentieri della suggestiva e solitaria Valle del Lucido. Seguiteci!
A pochi chilometri dalla Versilia, quindi in terra di Toscana, si esce dall’autostrada ad Aulla e da lì ci si incomincia ad incuneare tra strette strade contornate da boschi di castagni. Un paesaggio remoto, lungo cui sfilano piccoli agglomerati di case immersi nel silenzio più assoluto.
Siamo nella Valle del Lucido, stretta e selvaggia, scavata dalle acque che da millenni sgorgano dal versante lunigianese delle Alpi Apuane. E sono acque così limpide e cristalline, che in passato gli abitanti del luogo diedero il nome di Lucido al torrente che attraversa la valle.
Cominciando a salire, si incontra dapprima il paese di Monzone, arroccato su aspra roccia alla confluenza dei due rami del Lucido che scendono dalle Alpi Apuane. E poi il borgo di Vinca, nel Comune di Fivizzano. Si trova a circa 800 metri di altitudine, ed è tristemente noto per l’eccidio nazista, che coinvolse tutta la popolazione che lì dimorava durante l’occupazione tedesca.
Ancora oggi si viene colti da un senso di sgomento appena si entra nel caratteristico paesino, e si osservano le vecchie abitazioni che hanno assistito a tante atrocità. Incontro alcuni vecchi, ai quali vorrei chiedere, ma poi – quasi per non disturbare i loro silenzi – mi accontento di un semplice saluto. Un sorriso, forse di comprensione e quasi di mortificazione.
Per certo ognuno di questi anziani conta qualche membro di famiglia ucciso o torturato. Furono 142 gli abitanti di Vinca uccisi durante i rastrellamenti nazisti. Una vita di terribili ricordi, che neanche la bellissima visione delle vette può cancellare.

Il nostro trekking sulle Alpi Apuane comincia a Vinca
Per gli amanti della montagna e del trekking, il minuscolo paesino di Vinca è il nodo strategico per innalzarsi verso i contrafforti Apuani. È qui che si fa il primo vero e proprio incontro con la vallata e con le vette che la dominano tutto intorno. È da qui che ci si comincia a inerpicare tra viottoli, prati, boschi, torrenti.
Il sentiero principale, quello che prendo io, parte dalla piazzetta centrale di Vinca, vicino al panificio storico. Qui ancora oggi nei forni a legna vengono cotti pani dal profumo antico. Il borgo di Vinca del resto è famoso da secoli – oltre che per l’acqua purissima – per il suo pane e per il lardo, che viene prodotto con un procedimento simile a quello utilizzato per il più famoso lardo di Colonnata. E poi naturalmente ci sono le castagne, da sempre una preziosa risorsa per la gente di questa terra.
Il sentiero principale, numero 175, ripercorre un’antica via di comunicazione che conduce verso la Garfagnana. Si inerpica dentro un bellissimo bosco di castagni. Enormi piante secolari sembrano quasi proteggere chi passa di lì con la loro ombra rassicurante.
Uscito poi da bosco, cammino con attenzione su enormi massi scistosi. La loro probabile origine morenica è suggerita anche dalla forma della valle, che è tutta circondata da alte vette come lo sono in genere le vallate glaciali.
Sulla destra incombe la possente sagoma del Monte Sagro. In basso si notano ampie marmitte formate dalla forza delle acque, che con la loro potenza hanno modellato nel tempo questa sorta di vasche scavate nella roccia. Il nome popolare di queste formazioni è “marmitte dei giganti” (o “marmitte del diavolo”)…e piace pensare all’immagine di creature uscite da un libro di fiabe, intente a cucinare il loro pasto in questi crateri di pietra.

Il profumo del pane e i colori dei castagni
Dicevo prima delle castagne. Una volta l’economia di questa zona era basa prevalentemente proprio sulla castagna, prima che si cominciasse a lavorare all’estrazione del marmo nelle cave del Monte Sagro.
Sul sentiero 175 ci sono anche i resti di un antico insediamento pastorizio. Si trovano alle pendici del Pizzo d’Uccello. Poco più oltre, una fonte dalle acque cristalline riflette le cime del Pizzo d’Uccello, della Cresta Garnerone, del Monte Sagro.
Continuando a salire, si arriva ad un’ampia sella erbosa a 1.500 metri di quota, tra la Cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello. Questo passaggio mette in comunicazione la Valle di Vinca e la Val Serenaia.
Il panorama lascia senza fiato. Le cime sono così vicine che sembra di toccarle. È un luogo che invita alla meditazione e al riposo. Ma il sole comincia a declinare all’orizzonte, e decido di rientrare affrettando il passo. Non sarebbe piacevole trovarsi al buio tra questi sentieri.
In poco tempo le tenebre ammantano la valle, e io mi ritrovo ancora una volta di fronte al panificio di Vinca. Non mi resta altro da fare che acquistare un pane appena sfornato, e accompagnarlo a un piatto di squisiti affettati locali. Il modo migliore per fare fronte all’appetito e alle temperature autunnali.

Preparare un trekking sulle Alpi Apuane
Questo che vi abbiamo suggerito è solo uno dei tanti itinerari percorribili sui sentieri delle Alpi Apuane. Vi avevamo già parlato di altri percorsi perfetti per la stagione autunnale. Ma se volete approfondire l’argomento, ci sono in commercio molte guide dettagliate e ricche di spunti. Per esempio Escursioni sulle Alpi Apuane e dintorni. 19 itinerari adatti a tutti.
Da tenere sempre presente, una volta scelto l’itinerario, che le Alpi Apuane non vanno prese sottogamba. Il meteo può cambiare repentinamente, e quindi è necessario muoversi dotati di tutto il necessario per proteggersi dal freddo e dalle intemperie.
Inoltre i rifugi in quota non sono numerosi: è quindi necessario portare sempre con sè cibo e acqua. Lo scorso anno è stata avviata una petizione per la creazione del Parco Nazionale delle Alpi Apuane. Da segnalare: proprio sulle Apuane si trova la via ferrata più antica d’Italia: quella del Monte Procinto, aperta nel 1893.
© riproduzione riservata