Il nostro instancabile Max Marta anche questa volta era in prima linea alla partenza. E ci racconta lo spettacolare percorso di un trail dal futuro brillante.
Non c’è dubbio: la prima edizione del Ultra Marathon du Fallere (UMF) è stata un successo, e i numeri sono lì a testimoniarlo. 80 i partenti nella prima gara (la versione ultramarathon di 56km con 4600 metri di dislivello positivo) e 170 i trailers che si sono dati battaglia sui sentieri del TMF (34 km con 2200 metri di dislivello positivo). Atleti di rango internazionale sui podi di entrambe le distanze: Jules-Henri Gabioud e Sonia Locatelli su gradino più altro del podio della lunga e l’infaticabile Lisa Borzani e Mathieu Brunod (il figlio del grande Bruno) che invece si aggiudicano la 34km.
Io ho deciso di partecipare alla gara corta, ma la distanza relativamente breve non deve trarre in inganno. Come quasi tutti i trail valdostani anche questo percorso è bello tosto!
La partenza
La partenza a Saint Oyen è molto bella: i primi 4,5 km, praticamente in piano in mezzo ai boschi, permettono di riscaldare bene le gambe prima della salita che porta al rifugio Chaligne (km 13 circa, dove c’è anche un accogliente ristoro). Dal rifugio parte la seconda salita verso Pointe Chaligne (2.607m) da cui si può godere di un panorama unico. Dalla croce posta alla sommità della vetta infatti si possono ammirare alcune tra le più importanti vette valdostane: il Grand Combin, il Rutor, il Cervino, il Monte Rosa e la piana su cui sorge Aosta.
La salita è impegnativa ma non troppo e dopo la punta c’è una bella discesa che si può correre a velocità sostenuta. Un piacevole traverso in leggera salita porta verso lo spettacolare Lago du Fallere e dopo pochi chilometri si giunge al Rifugio del Mont Fallere, dove un abbondante ristoro accoglie i trailers. E in effetti l’idea del Tour du Fallere nasce anche per promuovere le bellezze paesaggistiche di questa parte della Valle d’Aosta. Con questo trail – mi ha detto l’organizzatore Patrick Sacchetto – si vuole dare un maggior impulso al turismo di questa parte della Val d’Aosta, cercando di incrementare la visibilità del meraviglioso percorso del Tour du Mont Fallere (TMF), sentiero sempre segnato perfettamente e che può essere percorso da tutti.
Dal rifugio Fallere si ricomincia a salire verso il Colle del Vertosan e qui la salita si fa decisamente più impegnativa con un bellissimo approccio alla vetta tra le rocce che impegnano le già stanche gambe del trail runner. Scavallato il Vertosan iniziano i quasi 10 km di lunghissima discesa per ritornare a Saint Oyen, dove si trova il traguardo. All’inizio la discesa sulle rocce è abbastanza ripida e richiede una particolare attenzione, poi si ammorbidisce piano piano fino all’ultimo ristoro dove inizia una ampia strada bianca che consentono ai runners di buttarsi a perdifiato verso il traguardo.
Il traguardo
All’arrivo gli atleti vengono accolti dalla voce inconfondibile di Silvano Gadin, lo speaker per antonomasia delle più importanti gare in montagna, dal Tor des Geants al Mezzalama. E mi aspetta un eccellente pasta party a basse di polenta integrale, verdure e jambon, tutti eccellenti prodotti locali. Gara davvero bella, organizzata in modo esemplare non solo nella parte agonistica ma anche nel cosiddetto “terzo tempo”, con i trailers felicemente riuniti in un bellissimo pratone a farsi fare massaggi, mangiare gelato a km 0 o semplicemente ad attendere la tradizionale (per chi corre i trail valdostani) estrazione a sorte di numerosissimi premi (io ho vinto la bellissima maglietta del Rifugio Mont Fallere!). Insomma per questo nuovo trail sia per il percorso UMF sia per il percorso TMF posssiamo dire: buona la prima!!
© riproduzione riservata