Due giorni tra pedalate in e-bike, camminate, visite culturali e naturalmente buona tavola. Ecco il mio weekend a Cortina d’Ampezzo.
Eh sì, si sa: Cortina d’Ampezzo è una meta speciale in fatto di bellezza ed eleganza. Nella valle non c’è una stonatura dovuta a intemperanze edilizie. E se ci addentriamo nei boschi, sono tenuti come salotti. Sarà, oltre che per l’amministrazione pubblica, anche per le cosiddette famiglie regoliere? Ogni famiglia di antichissime origini ampezzane ha infatti in gestione una parte del bosco, del quale risponde per il livello di manutenzione e di gestione.
Me ne parla Gherardo Manaigo, la cui famiglia è proprietaria dell’Hotel De La Poste da sette generazioni. L’albergo si trova in pieno centro, ed è il più antico di Cortina (1804). Le sue stanze hanno ospitato personaggi illustri come Ernst Hemingway, Henry Fonda e Liz Taylor, tanto per citarne alcuni. Ma questa è un’altra storia. Torniamo ai regolieri.
Sulla stessa via principale, in Corso Italia, c’è appunto la Ciasa de ra Regoles, un palazzotto di una certa pomposità che troneggia nel centro del “salotto” montano. La Regola, per antichissima tradizione, è un consorzio pastorizio che unisce i membri delle famiglie per mantenere al meglio tratti di boschi e gestire i pascoli in modo intelligente.
La Casa delle Regole e i suoi “condomini”
I Regolieri, cioè i capi-famiglia ampezzani residenti lì da generazioni, devono rispettare il “regolamento di condominio” che disciplina l’uso dei beni comuni, e hanno diritto di voto nelle assemblee regoliere. Dal web: “Sono i sostenitori delle istanze delle famiglie ampezzane e si riuniscono una volta all’anno proprio nella suddetta Ciasa de ra Regoles”. Sa un po’ di sistema feudatario, forse, e non comprendo bene come si concili tutto ciò con i tempi moderni. Ma il discorso di Gherardo mi affascina parecchio.

Cortina è anche cultura. La prima sera del mio lungo weekend, sono persino andata a teatro. Per la precisione all’Alexander Girardi Hall a vedere Romeo e Giulietta. Ero entrata in sala poco convinta: va beh, la storia la conosciamo già, la scenografia è scarna e gli interpreti sono solo tre. Speriamo finisca presto… E invece, tempo cinque minuti lo spettacolo mi ha preso subito. Loro, i tre attori (Anna de Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello della Compagnia Lo Stivalaccio) hanno conquistato l’intera sala con una interpretazione d’avanguardia, e la loro capacità di improvvisare e di coinvolgere il pubblico in una sorta di “prova aperta”.
Finito lo spettacolo, sono rientrata all’Hotel Villa Argentina, un albergo a metà strada tra Cortina e i Passi Falzarego e Giau. Anche questo con un passato storico, cent’anni di attività. La posizione è davvero invidiabile, circondato com’è dalle bellezze delle cime dolomitiche. Il suo titolare Giovanni Menardi, organizzatore tra l’altro di tante gare come la Delicious Trail Dolomiti, ha dato un imprinting biker friendly e pet friendly alla struttura.
Un sabato a tutta bike…
Il sabato, dopo la prima colazione, si punta alla Funivia Faloria. Presso la stazione di partenza dell’impianto si trova Igor Ski & More, con il suo nuovo gruppo di guide di mountain bike by Cortina Snowdreamers. Qui noleggio una e-bike e parto con Davide Peterlin, che ci fa da accompagnatore. Saliamo sulla Freccia nel Cielo con le nostre bici, e in pochi minuti ci troviamo a un passo dalle vette a pedalare dentro al bosco per bellissimi sentieri, sempre molto ben tracciati.

Voglio spezzare una lancia a favore di queste electric bike che, a differenza delle bici muscolari in cui sono solo le gambe a girare, offrono un “piccolo” aiuto grazie a un motore elettrico che supporta il ciclista. Usando il cambio, si può intensificare o alleggerire l’aiuto. I ciclisti puri inorridiscono, ma dobbiamo considerare che non tutti siamo atleti e quindi questo “aiutino” può incentivare spostamenti sulle due ruote invece che in macchina. Inoltre, al limite, la e-bike può tenere unite famiglie o coppie in cui uno è ciclista puro e l’altro non potrebbe seguirlo nelle sue performance.
Ma torniamo alla mia gita. Tappa al Maso Wine Bar Druscié, che ai deliziosi dolci ampezzani abbina vini speciali unendo tradizione a modernità, col Monte Tofana e Monte Cristallo a far da sfondo. Seconda tappa al Lago Ghedina (nella foto di apertura), da Bepi che, col suo accento marcatamente romano, fa uno strano contrasto con l’ambiente dolomitico. Il lago è stupendo, chiarissimo e trasparente. Gli ho scattato mille foto.
Per pranzo decido di fermarmi al Rifugio Faloria. Ci arrivi con funivia che ha lo stesso nome, ed ecco che mi trovo su una vera e propria terrazza naturale affacciata sulle vette dei “Monti Pallidi”: il Pelmo, le Tofane e le Tre Cime di Lavaredo. Per la cena, invece, segnalo lo Chalet Tofane, dove servono una cucina gourmet tipica ampezzana (ottimo lo stufato di cervo, mi perdoneranno i vegetariani).

…e una domenica sui sentieri della Grande Guerra
Domenica mattina, invece, con la Funivia Lagazuoi arrivo in vetta a questa montagna che ha fatto tanto parlare di sè durante la Grande Guerra., Oltre a un Museo dedicato appunto al conflitto mondiale, si possono vedere sui fianchi delle montagne limitrofe lunghe feritoie: erano le postazioni delle mitragliatrici dei soldati austro-ungarici che resistevano agli italiani.
Cortina è anche storia. A piedi dal Rifugio Lagazuoi raggiungo la Croce sulla cima del Piccolo Lagazuoi, 2.778 metri di quota, eretta in memoria delle vittime del conflitto. Da notare che il sentiero che bisogna fare per raggiungerla è stato riadattato in modo che non abbia più alcuna barriera architettonica: così che anche i diversamente abili (oltre che, naturalmente, le famiglie con bimbi in carrozzina) possano arrivarci in autonomia.

Stefano Illing, l’ingegnere che è stato uno dei promotori dell’iniziativa, mi accompagna a visitare il Lagazuoi Expo Dolomiti, inaugurato nel 2018. E al Rifugio Lagazuoi, il più in quota (2.752 metri) e il più capiente di Cortina d’Ampezzo, faccio l’ultimo pranzo prima di lasciare questa bellissima regione. Negli occhi un incredibile panorama sulle vette più alte del circondario, dalla Marmolada alle Tofane, fino alle Cime di Fanes. Un po’ di sole, chiacchiere e poi è ora di rientrare a Milano. Il traffico non perdona, ma il cuore è leggero.
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