Il Monte Amiata è un terreno di gioco incredibile per chi ama la vita all’aria aperta e le vacanze attive. Nelle sue viscere e lungo i suoi pendii sono nascosti dei tesori tutti scoprire, ma attenzione a non perdersi! Noi abbiamo imparato come si fa.
Arrivando dalle morbide colline della Val d’Orcia, lo sguardo è colpito dalla mole del Monte Amiata. Uno scoglio di roccia, residuo di un antico vulcano oggi ricoperto da una delle faggete più grandi d’Europa, che sovrasta i 12 Comuni che fanno parte del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata.
Un luogo ricco di storia e tradizioni che, ancora oggi, si possono rivivere visitando gli antichi borghi come Arcidosso, Castel’Azzara, Santa Flora o scoprire che alle pendici di questo vulcano si trova la miniera di mercurio più grande d’Europa che è stata attiva fino alla seconda metà del 1970.
Il Monte Amiata e le miniere
La presenza del mercurio, o cinabro, nella zona del Monte Amiata era nota fin dal tempo degli Etruschi, che lo usavano per tingere le stoffe di rosso. Ma è dalla fine dell’800 che la presenza di questo minerale sotto la roccia della montagna, trasforma l’area del Monte Amiata in un bacino minerario di rilevanza internazionale e che trova nei comuni di Abbadia San Salvatore, Castel’Azzara, Selvena e Piancastagnaio i centri principali da cui si dipartono le gallerie che scendono nelle viscere della terra, fino a 400 metri di profondità, per estrarre la roccia contenente il prezioso minerale.
Gli usi del mercurio più noti sono quelli legati alla realizzazione dei termometri e delle otturazioni, ma in realtà il mercurio era ampiamente usato nell’industria bellica, per l’estrazione di oro e argento, nelle vernici, nell’industria elettrochimica e in molti campi ancora. Oggi l’uso di questo metallo è fortemente ridotto a causa della sua elevata tossicità. Questo fattore, oltre alla scoperta di giacimenti stranieri più redditizi, hanno causato la chiusura delle miniere dell’Amiata che sono rimaste attive dal 1898 alla seconda metà del 1970.
La capacità di un territorio di trasformarsi
La nascita delle miniere ha portato ricchezza e benessere alle popolazioni del Monte Amiata, che prima vivevano basandosi su un’agricoltura di montagna difficile e poco produttiva. La società Monte Amiata SpA, che ha gestito le miniere dalla sua nascita e che continua ad esistere ancora oggi con la gestione dei poli museali, ha sempre prestato attenzione alla sicurezza ed al benessere dei suoi operai offrendo loro, oltre ad un buon salario che arrivava ad essere addirittura superiore a quello di un preside scolastico, una casa, dei centri ricreativi ed anche un bagno termale, dove rilassarsi e curarsi. Ancora oggi ad Abbadia San Salvatore sono ancora presenti, fusi nel tessuto urbano della cittadina, tutti gli elementi della vecchia miniera come gli impianti produttivi, le case dei minatori, le terme, gli uffici tecnici ecc.
Proprio per conoscere la storia della miniera e del mercurio sono stati creati 3 percorsi didattici di circa 1 chilometro di lunghezza e che richieono un’ora di tempo, accessibili a tutti, da soli o con guida (su prenotazione) che toccano i principali temi della miniera: il percorso del Direttore, quello del Minatore e quello del Mercurio, il cui nome stesso suggerisce il soggetto trattato. Ma il vero punto nevralgico della storia del mercurio sul Monte Amiata è rappresentato dai musei ad esso dedicato ed in particolare dal recente museo multimediale di Abbadia San Salvatore, inaugurato nel 2016.
Nelle sale del museo, oltre alla storia dei sistemi di estrazione del mercurio, viene mostrato l’impatto che la miniera ha avuto sulle popolazioni locali nei vari periodi storici e si può vivere l’emozione di visitare, a bordo di uno degli originali trenini elettrici usati dai minatori per raggiungere le aree di lavoro, una fedele ricostruzione di una porzione di una galleria mineraria: la Galleria VII. Accompagnati da un ex minatore, si fa un breve viaggio nel tempo per scoprire, dalle sue origini ad oggi, come si sono evolute le tecniche di coltivazione delle miniere del monte Amiata, guidati da chi questa vita l’ha fatta per molti anni.

Basta sapersi orientare
Un modo divertente e coinvolgente per scoprire le aree minerarie del Monte Amiata e tutti i suoi angoli segreti è l’orienteering. Nato nei paesi del nord Europa come necessità per spostarsi nella tundra e poi trasformato in disciplina sportiva, l’orienteering consiste nel raggiungere determinati punti (chiamati lanterne) segnati su una cartina nel minor tempo possibile. Per praticarlo basta una bussola da orienteering, una mappa apposita del territorio che si vuole esplorare (a differenza delle mappe escursionistiche, quelle per orienteering sono molto dettagliate e precise), e tanta curiosità e fantasia.
La bellezza di questa disciplina è che, al di fuori dell’ambito sportivo, può essere praticato da tutti, senza limiti di età e che, guidati da un istruttore, basta un pomeriggio per imparare le basi per praticarlo, come abbiamo potuto verificare noi stessi sul campo.
Ma nell’area del Monte Amiata l’orienteering ha una marcia in più perché è una disciplina molto diffusa e praticata, tanto che l’area dispone di dettagliatissime mappe foto restituite da Maurizio Ongaia, attualmente in fase di aggiornamento sia perché l’ultima versione risale al 2000 sia perché dal 1° al 4 novembre di quest’anno si terrà il Toscana Orienteering Classic organizzato dalla ikprato, affiliata alla FISO.
La gara di respiro internazionale avrà come palcoscenico dei primi due giorni di sfida proprio il territorio di Abbadia San Salvatore. Ma competizioni a parte, basta lasciar libero sfogo alla fantasia e ogni passeggiata attorno al Monte Amiata si trasforma in una vera e propria avventura dove scoprire delle formazioni rocciose strane, come la roccia di Dante o trovare un sentiero abbandonato che sale verso la vetta. Anche le aree minerarie del Cornacchino, Morone e Siele possono diventare dei coinvolgenti campi di gioco dove scoprire gli antichi manufatti minerari e gli imbocchi delle gallerie.

L’orienteering nei borghi dell’Amiata
Ma perché fermarsi alle sole aree naturalistiche e minerarie del Monte Amiata? Anche i suoi antichi borghi medioevali sono dei terreni di gioco molto stimolanti dove una certa fontana, la chiesa più vecchia o il monumento della piazza principale possono diventare i nostri obiettivi. Qui la sfida può diventare ancora più intrigante suddividendosi in gruppi dove ognuno cercherà di trovare il percorso più veloce per raggiungerli e nello stesso tempo scoprire le bellezze del luogo come la Rocca di Radicofani o il Sasso di Roccalbengale.
Per maggiori informazioni sul Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata e sui musei del mercurio del Monte Amiata visitate il sito web
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