La nostra inarrestabile Giusy ha provato un’altra esperienza fuori dalle righe. Ci racconta il suo primo lancio con il paracadute… e promette di fare presto il bis.
Avete mai pensato di lanciarvi col paracadute? È un’esperienza che viene definita “estrema”, lontana dalla routine della massa. Come avrete intuito dagli articoli che scrivo, alla routine della massa non voglio proprio saperne di abituarmici. Così avevo già da tempo messo in lista il lancio col paracadute fra le esperienze da provare.
A volte si tende a rimandare, per paura o perché si pensa che ci sia bisogno di chissà quale organizzazione. In realtà bastano pochi clic su un sito o una telefonata per fissare il lancio di lì a pochi giorni!
Così, in un anonimo martedì pomeriggio, decido di fissare il lancio per il lunedì successivo. Naturalmente quando parlo di lancio intendo in tandem con un istruttore. Cercando su internet, mi imbatto nel sito di Skydive Milan . Nonostante il nome, effettuano i lanci presso gli aeroporti di Casale Monferrato e Novi Ligure, entrambi in provincia di Alessandria. Decido per l’aeroporto di Casale Monferrato e scelgo il lunedì come giorno del lancio anche per il vantaggioso prezzo di 170 euro nei giorni feriali.
Due ragazze non vedenti appese a un paracadute
Coinvolgo nell’esperienza anche la mia amica Greta, non vedente come me, che a sua volta invita Adrian. E quindi eccoci qui: il giorno è arrivato. Incontro gli altri amici alle porte di Milano e in meno di un’ora raggiungiamo in auto l’aeroporto. Nonostante la voglia di provarci, lo ammetto: sono davvero in ansia, forse troppo. “Hai anche pagato per morire di paura?”, mi ha chiesto una cara amica a cui ho poi raccontato l’esperienza.
Dopo le veloci pratiche burocratiche, attendiamo dunque il nostro turno di imbarco. Siamo sul volo numero 5, previsto per le 14:00 circa. Ne approfittiamo per rilassarci su un prato adiacente a quello utilizzato per la partenza degli aerei. Ed ecco che arriva finalmente il nostro turno.
Conosciamo i nostri rispettivi istruttori tandem, oltre a Matteo, l’operatore che si occuperà di scattarmi foto e riprendere il mio lancio.
L’atmosfera è davvero rilassata, sembrano tutti tranquilli…tranne me! Indossiamo l’imbraco, che viene prontamente regolato dai nostri istruttori.
Dopo un breve briefing ci dirigiamo verso il nostro aereo, è un velivolo a nove posti. Ci sistemiamo in fila a cavalcioni su una bassa panca, dando le spalle al pilota. Terminato l’imbarco, il portellone viene chiuso e… partiamo!
Il battito cardiaco accelera e i pensieri vengono annebbiati dal forte odore di carburante che si respira all’interno dell’aereo. Vengo assalita presto da un senso di nausea, ma resisto. L’aereo decolla e Giuseppe, il mio istruttore, aggancia la sua imbracatura alla mia. Cerchiamo di chiacchierare un po’. Io vorrei fargli mille domande, ma quello che riesco a chiedergli è soltanto che cosa ha pensato durante il primo lancio.
“Durante il primo lancio… pensavo che mi sarei ca***o addosso!”, mi risponde ridendo. “Da quanto tempo ti lanci?”. “Da 15 anni”. “E quanti lanci hai fatto finora?”. “Circa 5000”.
Il primo lancio con il paracadute non si scorda mai
Mentre cerco di realizzare che per Giuseppe lanciarsi è praticamente routine, qualcuno ci avverte che manca un minuto al “nostro” lancio! Ora sento il cuore sobbalzare nel petto. L’aereo rallenta, segno che abbiamo raggiunto la quota di 4.200 metri. Il portellone si apre… Partono i primi. Nonostante il rumore del motore dell’aereo, sento distintamente il suono dei corpi che si lanciano nel vuoto.
Adesso è il mio turno. Io e Giuseppe scavalchiamo la panca su cui eravamo seduti. Mi siedo sul bordo dell’aereo. Come ci avevano spiegato nel briefing, mi sento tirare leggermente indietro e poi… giù!
Avevo già in parte sperimentato la sensazione del lancio provando l’Aerogravity, un simulatore di caduta libera. Si tratta di un grosso cilindro verticale di cristallo in cui delle potenti turbine producono un flusso d’aria fino a 370 km/h. In questo modo viene vinta la forza di gravità e si resta sospesi nel vuoto. Anche la posizione da tenere durante la caduta perciò non mi era nuova. L’aria crea un “materasso” su cui bisogna stendersi con la pancia in giù, gambe tese e divaricate fino alla larghezza delle spalle, i piedi a ballerina, le braccia distese oltre la testa, i gomiti leggermente flessi e le mani con i palmi rivolti verso il basso, la testa tenuta indietro con lo sguardo fisso in avanti.
Una caduta alla velocità di 50 metri al secondo
Appena fuori dall’aereo, riesco subito a mettermi in posizione corretta. O almeno così mi sembra. La sensazione della vera caduta libera, come mi aspettavo, è molto più forte di quella simulata. Mi sento in un vortice d’aria, creato in realtà dalla velocità di caduta di 50 m/s. Nel mio mix di adrenalina e paura riesco a dire solo “ca**o, ca**o, ca**o!”. Voglio cercare di godermi la sensazione, ma voglio anche che il paracadute si apra al più presto!
Dopo circa un minuto (lunghissimo) di caduta libera, Giuseppe apre il paracadute. Solo allora mi rendo conto di quanto rumore avesse fatto l’aria fesa in velocità dai nostri corpi. Ci posizioniamo in verticale e sorvoliamo le case nei dintorni dell’aeroporto.
“Allento un po’ l’imbraco, così respiriamo…”, mi dice Giuseppe. “Mmhh… per me puoi lasciarlo anche così!”. ‘Tranquilla – ride – sei assicurata a me, non succede nulla!”.
Giuseppe prova a fare qualche virata, ma il mio stomaco non è molto d’accordo. Inizio però a godermi il volo, sentendo il venticello e il sole caldo. Raggiungiamo l’aeroporto e atterriamo dolcemente sull’erba. Qui ritrovo gli altri. La mia amica Greta sarebbe ripartita immediatamente con il volo successivo.
Io durante il volo ho pensato “ma chi me lo ha fatto fare?”. Durante la caduta libera, mi dicevo che il paracadute non era proprio roba per me. Ma arrivata a terra ho pensato che forse, tra un po’ di tempo, avrei anche potuto riprovarci. E adesso, una volta tornata a casa sana e salva? Beh, credo che appena possibile lo rifarò per godermi al massimo l’esperienza, senza pensieri catastrofici!
E se volete vedere il video del lancio, eccolo qua:
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