Vorreste accompagnare un non vedente a camminare o a praticare sport? Fare la guida è meno difficile di quello che sembra. Prima di tutto rilassatevi, e non pensate che si tratti di un’impresa complicata.
Sono passate due settimane da quando i componenti del gruppo “Via Francigena contromano e contro i pregiudizi” sono tornati a casa. Insieme – guide e non vedenti – hanno percorso quasi 300 km in dieci giorni. Persone di tutte le età, provenienti da diverse parti d’Italia, si sono date appuntamento per mettersi in cammino da Roma a Siena. Otto i non vedenti, e altrettante le guide. Metà di loro erano alla prima esperienza, e quindi un po’ preoccupate. Ma fin dal primo giorno, tutto è stato davvero “naturale”.
Le preoccupazioni maggiori? Sentirsi inadeguati, fare inciampare il non vedente, non essere in grado di sincronizzare il ritmo di marcia, o addirittura dire cose fuori luogo. In realtà il cammino sulla Via Francigena – al di là dell’impegno fisico – è stato una “passeggiata”. Un’esperienza senza intoppi di alcun tipo e che si è rivelata per tutti – soprattutto per i vedenti – una vera scuola di vita.
I consigli per guidare un non vedente
Ma come si fa a guidare un non vedente? Per camminare (o correre) insieme non c’è un metodo standard. Alcuni preferiscono essere guidati grazie a un cordino legato al polso, che la guida tiene in mano. Altrimenti può essere una fettuccia: il non vedente afferra un’estremità, e la sua guida l’altra. Tirando e allentando la presa, la guida indirizza il non vedente in modo da fargli evitare buche e ostacoli.
Spesso – soprattutto se si cammina – il non vedente può scegliere di tenere con la mano il gomito della sua guida. A volte, su tratti di strada senza difficoltà, potrà chiedere invece di utilizzare il proprio bastone ed essere guidato dalla voce, senza contatto fisico.
Soprattutto quando si cammina su percorsi dissestati, strade di montagna o sentieri stretti, il sistema migliore è che il non vedente cammini dietro la sua guida, tenendo una mano sulla spalla oppure sullo zaino. In questo modo, sarà più agevole per lui capire quando bisogna salire o scendere.
Descrivere il percorso e usare il tatto
Molti si chiedono che gusto provano i non vedenti a viaggiare, dal momento che non vedono nulla. In realtà questa esperienza ha insegnato alle guide che non si vede soltanto con gli occhi. Un paesaggio – soprattutto un paesaggio naturale – può essere gustato annusando i profumi, ascoltando i suoni nell’ambiente, e anche godendo delle spiegazioni che man mano vengono fatte dalle guide.
Tra l’altro, i non vedenti spesso hanno sensibilità particolari. Possono riuscire a cogliere suoni che l’orecchio di un vedente – distratto dalle immagini – non riesce a percepire. Possono riconoscere addirittura la razza di un cane in base al modo in cui abbaia. O capire dai profumi se si sta camminando vicino a un bosco di eucalipti oppure a un campo di lavanda.
Una buona idea può essere anche quella di far loro “toccare con mano” le cose che si stanno descrivendo, Per esempio fiori, pietre, la facciata di una chiesa, una fontana… Tutto questo li aiuterà ad avere un’immagine più completa del paesaggio che si sta attraversando.
Non avere paura di fare gaffes
La maggior parte delle persone che inizia a guidare un non vedente, è ossessionata dalla paura di fare gaffes. Vale a dire di utilizzare modi di dire quotidiani come “è da tanto che non ci vediamo”, “stai all’occhio”, “oggi ti vedo bene”, ecc. Frasi che ripetiamo ogni giorno, ma che ci lasciano mortificati se le usiamo con una persona non vedente.
In realtà i non vedenti per primi utilizzano regolarmente questi modi di dire, e addirittura a volte queste locuzioni si trasformano in scambi di battute. Quindi niente paura: la cosa più importante è comportarsi in modo spontaneo e non “camminare sulle uova” quando si è in loro compagnia.
Regalare (e farsi regalare) emozioni
Siete ancora titubanti? Allora per lasciare ogni indugio leggete che cosa ha scritto Edoardo Colombana, ragazzo ipovedente che ha partecipato al nostro cammino lungo la Via Francigena:
“È passato un po’ di tempo da quel 21 settembre in cui, tra dubbi e incertezze ma anche con l’entusiasmo di affrontare una nuova sfida, ho intrapreso la Via Francigena Contromano e Contro i Pregiudizi. Inizialmente per me si trattava semplicemente di un’opportunità per poter fare un trekking di più giorni, conoscere nuove persone, mettermi in gioco, vedere dove potevo arrivare.
Se volete accompagnare un non vedente a camminare o fare sport, date un’occhiata al sito della onlus Disabilincorsa. Lo scopo dell’associazione è proprio quello di mettere in contatto le persone disabili (soprattutto non vedenti) con chi si offre di fare loro da guida
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