Ha imparato a nuotare a 38 anni, e ha festeggiato con un triathlon. Da allora non si è più fermato. Le imprese estreme sono il suo pane, e ogni volta ne approfitta per organizzare una raccolta fondi. In maggio partirà per una nuova avventura: da Firenze a Belgrado in bicicletta per aiutare i bambini della Fondazione Novak Djokovic.
La vita di Wolfango è una continua sfida con se stesso. Del resto con un nome del genere era quasi scontato. La sua “carriera” di sportivo prende il via qualche anno fa, dopo la lettura di un articolo su Sportweek. Raccontava di un ragazzo italo-americano, Danny Ferrone, malato di fibrosi cistica. Danny – c’era scritto nell’articolo – sarebbe venuto in Italia per portare la sua testimonianza, per sensibilizzare le persone su questa grave malattia genetica e per preparare un Ironman.

Il giorno dopo Wolfango è sul percorso della maratona di Milano per fare una sgambata di qualche chilometro insieme ai runner in gara. E lì – coincidenza – vede Danny Ferrone. Riesce ad avere il suo indirizzo, gli scrive e lo invita a casa sua a Firenze. Danny accetta, e finisce che trascorre sei mesi in casa Poggi. “Per me è stata un’esperienza incredibile – racconta Wolfango -. Ho toccato con mano la forza il coraggio di questo ragazzo, e insieme a lui sono entrato in contatto con la Lega Italiana Fibrosi Cistica”.
Da Firenze a Belgrado in bicicletta… ma non solo
Dopo qualche anno Wolfango lascia Firenze e si trasferisce a Belgrado con la moglie (serba) e il primo figlio. Durante la permanenza in Serbia, accade un altro evento che tocca profondamente Wolfango: sua sorella si ammala di sclerosi multipla. “È stato allora che ho deciso di imparare a nuotare. Avevo 38 anni e l’acqua mi faceva paura – racconta -. Sono andato in piscina insieme ai bambini. E quando finalmente sono stato in grado di galleggiare, mi sono iscritto a un Half Ironman promuovendo una raccolta fondi per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla”.
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Poi un altro trasloco, si rientra a Firenze, e Wolfango Poggi inizia a fare gare di triathlon. A ognuna delle gare più importanti, abbina una raccolta fondi a favore qualche associazione. Corre, pedala, nuota e lancia crowdfunding. Diventa un’abitudine per lui. Lo fa anche nel 2019 all’Ironman di Cervia (“Era appena morta di cancro la migliore amica di mia moglie, e ho gareggiato per l’Istituto Oncologico Romagnolo”.
“Quando vedo persone che soffrono e fanno sforzi sovrumani per lottare contro una malattia – spiega Wolfango Poggi – le mie fatiche mi sembrano poca cosa. Non mi consento di pensare che sono stanco, che vorrei ritirarmi, che non ce la posso fare… Mia moglie e i miei figli mi rimproverano di essere troppo esigente, con me stesso oltre che con gli altri. Non faccio sconti a nessuno. E cerco di alzare sempre l’asticella”.

Già, l’asticella. Dopo l’Ironman diventa difficile saltare ancora più in alto. Per questo Wolfango Poggi ha pensato a un’impresa tutta sua, svincolata dal circuito delle gare: pedalerà da Firenze a Belgrado coprendo un percorso di circa 1.200 chilometri in otto giorni. E questa volta il ricavato del crowdfunding andrà alla Fondazione Novak Djokovic, che sta realizzando in Serbia alcuni asili in zone disagiate e senza risorse economiche. Il titolo dell’impresa? Biking with the Wolf (pedalando con il Lupo).
Da Firenze a Belgrado in bicicletta in otto giorni
“Partirò il 14 maggio – anticipa Wolfango Poggi – e prevedo di arrivare il 22, che è il giorno del compleanno di mia moglie. Oltre che di Novak Djokovic, che conto di riuscire a incontrare. Si tratta di un’impresa in cui vorrei coinvolgere quanta più gente possibile. Mi piacerebbe essere accompagnato per qualche tratta, sia da atleti professionisti che da dilettanti, da adulti e da giovani. Anche soltanto per un chilometro”.
Intanto Wolfango pedala per allenarsi. La raccolta fondi, partita da meno di un mese, è arrivata a 1.700 euro (per chi volesse partecipare, questo è il link). Ad avere già dato la loro adesione per supportarlo ci sono la società atletica Rolling Dreamers e l’allenatore Gaetano Di Stefano. Magnetic Days gli ha fornito la piattaforma con i rulli per l’allenamento, e Pissei l’abbigliamento. Mancano solo il camper di appoggio e la bici di scorta.

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